Iqbal Masih era un ragazzino pakistano che ha combattuto coraggiosamente contro il lavoro minorile fino alla sua morte, avvenuta all’età di 12 anni.

Iqbal Masih è nato in un piccolo villaggio alla periferia di Lahore, in Pakistan, nel 1983. Suo padre era molto povero e abbandonò la famiglia dopo essere diventato padre di un altro bambino, il che significava per lui un’altra bocca da sfamare. La madre di Iqbal, Inayat, lavorava come donna delle pulizie e allo stesso tempo doveva prendersi cura di tutti i suoi figli da sola.

Quando aveva 4 anni, Iqbal Masih iniziò a lavorare in una fornace di mattoni e a 5 fu venduto a un’azienda di tessitura di tappeti per lavorare come tessitore. Servivano soldi a casa, dal momento che suo fratello maggiore doveva sposarsi. Per assicurarsi che non scappasse, lui e altri bambini furono tenuti legati con delle catene. Lavorava 14 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, sopravvivendo con pochissimo cibo ogni giorno.

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Quando Iqbal Masih aveva 10 anni, la corte suprema del Pakistan dichiarò illegale il lavoro minorile e ciò diede al bambino coraggioso un’opportunità di fuga. Nel “Giorno della Libertà”, organizzato dal Bonded Labour Liberation Front, Iqbal ebbe l’occasione di tenere un discorso improvvisato sulle dure condizioni di vita che era costretto a sopportare.

Le sue parole catturarono l’attenzione di alcuni giornali locali e avvocati, e il piccolo riuscì ad allontanarsi definitivamente da quella fabbrica, che successivamente fu chiusa dalle autorità. Dopo la liberazione, Iqbal divenne il più giovane attivista per i diritti dell’infanzia. Nel 1994 l’Università di Boston gli consegnò il premio Reebok Human Rights Award, per il suo importante contributo alla causa del lavoro minorile.

Durante la sua breve vita, Iqbal aiutò più di 3000 bambini schiavi a liberarsi dalla schiavitù per trovare una vita migliore. Grazie alla sua crescente popolarità, ebbe l’occasione di tenere discorsi in diverse parti del suo Paese e in molte altre nazioni in via di sviluppo in cui esisteva la schiavitù infantile.

Iqbal Masih iniziò anche a studiare legge. Voleva diventare un avvocato, per combattere il male del lavoro minorile. Ma i suoi sogni furono infranti nel modo più tragico. Mentre tornava dagli Stati Uniti dopo una delle sue campagne, il 16 aprile del 1995, Iqbal fu ucciso a colpi di arma da fuoco.

Molti credono che ai leader dell’industria dei tappeti non piacesse l’influenza che Iqbal Masih stava avendo a livello mondiale sul tema del lavoro minorile e che quindi abbiano ordinato di farlo uccidere. Al momento, non ci sono prove che le cose siano andate così.

Iqbal Masih divenne il simbolo universale della lotta alla schiavitù e ricevette molti premi. Nel 2014 fu insignito in maniera postuma del premio Nobel per la pace e definito un martire. Il Congresso degli Stati Uniti istituì inoltre il premio “Iqbal Masih per l’eliminazione del lavoro minorile”, proprio in suo onore.

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