Iran, le morti non si fermano: ucciso un 17enne in auto, studente suicida per protesta

L'ondata di proteste in piazza dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane curda uccisa perché indossava male il velo, non si ferma: tantissimi i minori e le donne uccise, spesso dopo avere subito violenze terribili durante la detenzione.

In Iran l’ondata di proteste scaturite dopo la morte di Mahsa Amini (giovane curda fermata dalla polizia perché non portava correttamente il velo e morta mentre era in custodia) non si ferma, ma gli uomini del regime continuano a colpire senza tregua, anche ai danni di donne e minorenni. Alle vittime già accertate ora si aggiunge il nome di Mehrdad Malek, 17 anni, ucciso a colpi di pistola mentre si trovava in auto da parte dei poliziotti ad Ardagh, nella provincia di Qazvin. Un’esecuzione che sembra ricordare quella di cui sono stati oggetto altri due bambini, Saha Etebari, 12 anni, e Kian Pirfalak, di 9.

A riportare l’accaduto è stata BBC News, che ha ricostruito come si sarebbero svolti i fatti. Da quanto trapela, sembra che il ragazzino si trovasse insieme a un amico che lo stava riportando a casa, ma nel momento in cui la vettura non riusciva a proseguire la sua corsa a causa del fango sono partiti i proiettili e il giovane non ha avuto scampo.

Dai report diffusi dalle agenzie di stampa locali, a preoccupare è soprattutto la situazione dei più giovani, che finiscono per essere perseguitati nel corso della loro detenzione, spesso l’anticamera prima dell’omicidio. Si parla infatti, secondo quanto riferito dai manifestanti a Iran International, di uomini e donne costretti a denudarsi di fronte agli agenti, toccati sui genitali e minacciati di stupro. I alcuni casi si arriva anche alla violenza sessuale, spesso ripetuta in più occasioni. Chi riesce a riacquistare la libertà cerca però spesso di non parlare di quanto accaduto per il timore di poter subire ritorsioni ancora peggiori.

Tra le storie che hanno suscitato indignazione c’è quella di Armita Abbasi, una 20enne violentata dopo essere stata arrestata il 10 ottobre 2022. La ragazza è stata portata in ospedale a Karaj, dove gli stessi medici non riuscivano a credere alle condizioni terribili in cui versava: le era infatti stata rasata la testa, oltre alle evidenti prove di stupro ripetuto, che le ha provocato un’emorragia interna.

Nonostante la paura continui a serpeggiare nel Paese, c’è anche chi è arrivato a fare un gesto dimostrativo coraggioso: uno studente iraniano di 38 anni si è suicidato gettandosi nel Rodano nella serata di lunedì 26 dicembre 2022. Prima di farlo l’uomo ha realizzato un video che ha pubblicato su Instagram per spiegare le motivazioni di quanto stava per fare: “Quando guarderai questo video, sarò morto – ha detto -. Ho deciso di uccidermi. Noi iraniani siamo molto, molto stanchi di questa situazione. Sono felice di morire, perché ho scelto questa strada senza stress. Non sono triste, ho deciso di farlo per mostrare a tutti che gli iraniani hanno bisogno di aiuto”.

A questo ha aggiunto un invito a prendere coscienza di quanto ormai stanno vivendo gli iraniani da mesi e a provare a fare qualcosa di tangibile affinché l’ondata di morti possa arrestarsi. “Per favore prestate attenzione al nostro Paese. La polizia e il governo sono estremamente violenti contro le persone. La polizia sta attaccando le persone, abbiamo perso molti figli e figlie. Dobbiamo fare qualcosa” – ha concluso.

Molte persone hanno deciso di rendergli omaggio lungo le rive del fiume.

 

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