Kabir Bedi e il dolore per il suicidio del figlio: "Ho fallito, il momento più doloroso"

L'ex interprete di Sandokan ha rivelato a Mara Venier, ospite di Domenica In, il senso di colpa per la tragica fine di Siddarth, che si è tolto la vita a causa della schizofrenia, che lo aveva fatto diventare violento.

Kabir Bedi ha conosciuto la popolarità anche in Italia, Paese a cui è legatissimo, grazie a Sandokan, di cui a breve vedremo una nuova versione con Can Yaman, per questo non ha esitato a raccontarsi a Mara Venier, ospite di Domenica In. L’attore è attualmente sposato con Parveen Dusanji, una donna più giovane di lui di trent’anni, ma prima di lei si è sposato per tre volte, scelta che non ha mai rinnegato: “Credo nel matrimonio. Non ho mai perso la speranza di avere un matrimonio felice e ora ce l’ho”. Le unioni passate si sono però concluse sempre per motivi diversi: “Con la prima ci siamo separati gradualmente, la seconda l’ho lasciata io, la terza voleva vivere a Londra e io in India”.

Nonostante il successo, l’artista ha conosciuto uno dei dolori peggiori per un uomo, che rende difficile davvero andare avanti soprattutto perché sembra innaturale, la perdita di un figlio. Siddarth, nato dal primo matrimonio con Protima Bedi, si è infatti tolto  la vita nel 1997 quando aveva solo 25 anni. Il giovane era frgbile sul piano psicologico, in un primo momento i medici avevano diagnosticato la sua condizione come depressione, poi sfociata in schizofrenia. Ancora adesso per lui è impossibile accettare di non essere riuscito a salvarlo.

“Mio figlio Siddarth si è suicidato ed è stata una grande tragedia – ha detto ancora Kabir Bedi – Lui era un genio laureato in informatica in America, molto intelligente. Era un buon uomo, mai violento. Poi quando ha iniziato a soffrire di schizofrenia, lo è diventato. Volevo salvarlo ma ho fallito. Mi sento in colpa. Quando mio figlio si è suicidato mia moglie è venuta a Los Angeles e, nonostante la separazione, abbiamo trascorso del tempo insieme”.

L’attore ha poi mandato un messaggio ai telespettatori: “A chi ci segue da casa dico: non voglio che perdiate la speranza, ora le medicine sono più efficaci di come lo erano allora”. Un aiuto importante per affrontare questo dolore, che inevitabilmente non lo lascia mai del tutto, è arrivato dalla meditazioneDa allora ho deciso di cambiare la mia vita“, ha concluso.

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