Solo pochi giorni fa posava seduto sulla panchina in memoria della compagna, Silvia Nowak, il cui corpo carbonizzato venne ritrovato il 18 ottobre scorso a pochi metri dalla casa dove la coppia viveva, a Ogliastro Marino, frazione di Castellabate, nel salernitano.

A distanza di 24 ore da quello scatto, realizzato in occasione dell’inaugurazione della panchina dedicata a Nowak da un’associazione locale, Kai Dausel è stato arrestato con l’accusa di essere proprio lui l’assassino della 53enne tedesca, scomparsa il 15 ottobre.

Secondo la procura di Vallo Lucano che ha inserito Dausel tra gli indagati l’uomo avrebbe colpito la compagna con un corpo contundente, l’avrebbe accoltellata e poi ne avrebbe parzialmente bruciato il cadavere, abbandonandolo poi nella pineta alle spalle della loro abitazione.

Dalle ricostruzioni finora effettuate il giorno della scomparsa Silvia Nowak si sarebbe allontanata da casa attorno alle 16, dopo aver avuto ospiti a pranzo fino a un’ora prima. Kai Dausel ha sempre sostenuto di dormire mentre la compagna usciva, e di essersi svegliato solo verso le 18, dando l’allarme.

Tre giorni dopo, il ritrovamento del corpo, parzialmente carbonizzato, con tagli sulla gola e sul bacino e un evidente colpo assestato alla testa. Per gli inquirenti la donna sarebbe stata uccisa nello stesso luogo in cui poi è stata ritrovata, prima che l’assassino le desse fuoco.

Dopo il delitto sarebbe poi entrato nella casa della vittima passando dall’ingresso sul retro, lasciando una traccia di sangue, e rimanendovi per circa due ore, secondo quanto acquisito dalle telecamere di videosorveglianza.

Secondo la procura il responsabile dell’omicidio sarebbe proprio Kai Dausel, già nel registro degli indagati come atto dovuto dal 12 novembre, che, sostengono, con la compagna non avrebbe attraversato un buon momento, soprattutto dal punto di vista economico. Sono ” fortissimi elementi” quelli che hanno indotto la procura al fermo, che dovrà essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari, scattato dopo il blitz delle forze dell’ordine, il 16 dicembre, proprio un giorno dopo lo scatto sulla panchina. Un evento a cui Dausel non era stato invitato formalmente, ma a cui aveva comunque voluto partecipare, facendosi immortalare sulla panchina, che l’associazione aveva scelto di colorare di bianco poiché non era certo che quello di Nowak fosse un femminicidio.

Sarebbe invece stato proprio lui, secondo quanto riporta Repubblica, a domandare perché la panchina non potesse essere tinta di rosso.

“Spero sia fatta giustizia. Chiedo uno sforzo maggiore per arrivare alla verità”, aveva dichiarato l’uomo in quell’occasione.

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