Kim Kardashian spiega perché ha deciso di assumere un baby-sitter maschio
La star della tv statunitense Kim Kardashian ha scelto per i suoi due figli più piccoli un baby-sitter maschio. E per un motivo ben preciso
La star della tv statunitense Kim Kardashian ha scelto per i suoi due figli più piccoli un baby-sitter maschio. E per un motivo ben preciso
In un recente episodio di The Kardashians, Kim Kardashian ha svelato di aver assunto un baby-sitter maschio per prendersi cura dei suoi due figli: Saint, 7 anni, e Psalm, 4. La star della tv statunitense ha spiegato anche i motivi che l’hanno spinta a prendere questa decisione.
“È davvero difficile per me essere molto severa e mantenere la disciplina”, ha ammesso Kardashian. “I miei genitori non erano affatto severi e, a volte, dal momento che sono molto occupata, sarebbe fantastico avere un partner in grado di prendere il controllo e gestire i conflitti”.
Questo desiderio di Kim l’ha spinta a cercare un baby-sitter maschio. “Penso che la mia famiglia sia fortemente dominata dalle donne”, ha detto. “Recentemente ho assunto un uomo. Volevo davvero un maschio in giro che li andasse a prendere e li portasse a fare sport, ed ero spaventata a morte dall’idea di dirlo al loro padre”.
Una preoccupazione che però si è rivelata infondata, dal momento che il padre dei bambini, Kanye West, ha accolto molto bene la novità.
Kim Kardashian non è l’unica mamma che ha scelto un baby-sitter maschio per i suoi figli. Nel Regno Unito sono noti come “mannies,” un termine che combina le parole “man,” (uomo), e “nanny” (tata). Questi baby-sitter sono presenti sulle piattaforme specializzate da oltre un decennio.
Anche in Italia sta emergendo l’idea che la cura dei bambini non debba necessariamente essere affidata a una donna, ma possa essere svolta da un uomo. Attualmente, circa il 15% dei baby-sitter è di sesso maschile, ma la percentuale sta rapidamente aumentando.
“Negli anni abbiamo riscontrato che c’è una maggiore richiesta di babysitter maschi o comunque che negli annunci delle famiglie viene messo in evidenza spesso che non ci sono problemi se a rispondere è un operatore maschio”, ha spiegato Martina Monica, fondatrice e coordinatrice di Sitterlandia.
“In questo Paese esiste un pregiudizio, per via del quale si ritiene che la babysitter debba essere femmina. Credo sia legato al fatto che in genere nelle famiglie chi si deve occupare dei bambini è soprattutto la mamma”.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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