La maledizione della lotteria: "Ero più felice prima di vincere al Gratta e Vinci"
Vincere alla lotteria è il sogno di molti, ma è davvero così bello come sembra? Ecco una storia che sembra smentire un luogo comune.
Vincere alla lotteria è il sogno di molti, ma è davvero così bello come sembra? Ecco una storia che sembra smentire un luogo comune.
Quante di noi hanno mai sognato di vincere alla lotteria? Scommettiamo che c’è perfino chi ha fantasticato su cosa fare con il denaro vinto nei propri sogni. Ma in realtà vincere alla lotteria – sembra – non sia qualcosa che vale la pena di desiderare. Eh sì: come in un celebre musical, dobbiamo ricordarci che i soldi non sono tutto, che «la luna appartiene a tutti noi, le cose migliori della vita sono gratis». Ed è esattamente una delle storie più ricorrenti tra chi ha raccolto i doni della dea bendata. Ma sarà vero?
Sicuramente vincere alla lotteria presenta luci e ombre. Non sempre chi vince sceglie la via della legalità e il terrore di vedersela con il fisco può solo avvelenare le giornate, rispetto a godersi la vincita alla luce del sole (pagando le giuste tasse). Inoltre, come la cinematografia italiana ci ha insegnato in tutte le commedie degli anni ’70 e ’80, chi vince al Totip, al Lotto o al Totocalcio è destinato a nascondersi da parenti che spuntano all’improvviso e che nemmeno si sapeva di avere. Le statistiche non sono confortanti: si parla di persone che hanno finito per isolarsi dai propri cari, precipitando in rovinosi divorzi, ma anche finendo per dilapidare la propria fortuna in pochi, pochissimi anni.
Ci auguriamo che non sia il caso accaduto di recente a un ex operaio quarantenne di Fabriano, in provincia di Ancona. Quest’uomo, con un Gratta e Vinci da 5 euro, è riuscito a conquistare la bellezza di 1,8 milioni di euro, che gli saranno così accreditati nel tempo: 300mila euro subito, seimila euro al mese per un ventennio e 100mila euro alla fine. Un modo decisamente intelligente di permettere di fruire della propria vincita, pensato per evitare gesti inconsulti da parte di chi, all’improvviso, dovesse ritrovarsi con tanto denaro, quasi da non saper che farsene. Ora, l’ex operaio oggi disoccupato, potrebbe cambiare la sua vita in meglio, sperando che scampi a quella che gli esperti chiamano “la maledizione della lotteria”.
Una vincita alla lotteria che ha portato all’infelicità e alla tristezza è stata quella di Donna Mikkin, che, nel 2007, ha vinto alla lotteria di New York ben 34,5 milioni di dollari – ben altra cosa rispetto al nostro fortunato connazionale di cui parlavamo poc’anzi. Donna, la cui storia è stata raccontata da Vanity Fair, e il marito hanno iniziato a preoccuparsi di essere giudicati, di trovare davanti a loro, da quel momento in avanti, solo falsi amici, che li avrebbero avvicinati esclusivamente per i loro soldi, che non sarebbero stati interessati a conoscerli per quello che effettivamente erano. Quella di Donna è davvero una paura comune in questi casi. E non finisce qui. Perché Donna e il marito hanno anche iniziato a chiedersi cosa avessero fatto di buono nella vita per meritarsi tanta grazia. Anche questo: tutto abbastanza comune, tutto abbastanza comprensibile e condivisibile.
La domanda che tutti dovremmo farci – ha commentato la fortunata newyorkese – è: “Dov’è l’oro, nella miniera dalla mia esperienza”?
Donna racconta che, dal momento della sua vincita, tutto ha iniziato a basarsi sul denaro, sui beni. Come se liberarsi dei propri piccoli debiti, implementare gli affari comunque molto floridi, realizzare tutti i desideri della propria famiglia fosse diventato ben più importante di quanto lo fosse prima. E paradossalmente più urgente, proprio ora che poteva decisamente permetterselo.
Il valore di una vita – ha concluso Donna – non è determinato da una cosa sola. È determinato da tutte le cose insieme. La chiave per sbloccare la ricchezza delle nostre esperienze si trova all’interno di ognuno di noi.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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