Ai paparazzi, così come ai fan, non è sfuggito l‘errore grammaticale del tatoo di Emma Watson mostrato durante l’after party degli Oscar: “Times Up”, privo dell’apostrofo. A 24 ore dalla cerimonia Emma Watson ha risposto con un tweet, ironizzando sull’errore che ha fatto scoppiare la polemica in rete.

L’l’interprete di Hermione nella saga di Harry Potter  ha cinguettato:

Disponibile posizione per correttore di bozze di tattoo finti. Richiesta esperienza con apostrofi.

Il popolo del web non si è limitato ad apprezzare le buoni intenzioni del tatuaggio che voleva puntare i riflettori sul tema delle violenze combattute dal movimento Time’s Up ma si è divertito a ironizzare sull’errore grammaticale del tatuaggio producendo meme e gif con il tattoo sbagliato come protagonista. In molti però difendono l’attrice sostenendo che il tatuaggio “sbagliato” potrebbe riprodurre l’hashtag del movimento, #TimesUp, che (per la sintassi di Twitter e altri social media) non ha l’apostrofo.

Non è la prima volta che l’attrice si schiera pubblicamente contro le molestie confessate dopo il caso Weinstein. Emma insieme ad altri attrici era stata protagonista dei Bafta, gli Oscar inglesi, indossando abiti neri come segno di solidarietà per il movimento di Hollywood ‘Time’s Up’ contro le molestie sessuali. Emma Watson da sempre si è schierata a favore di Time’s Up decidendo di devolvere 1 milione di sterline in un fondo per assistere le donne vittime di violenza, l’attrice a Vanity Fair ha detto:  “È facile liquidare le molestie e gli abusi come violenze messe in atto da uno o due uomini veramente cattivi. (…)In realtà le statistiche mostrano un problema molto più grande e sistemico”.

Non si sa se l’errore sia stato voluto o meno, ma sicuramente questo ha portato i media a parlare nuovamente delle donne di MeToo e Time’s Up in uno dei momenti culmine per il cinema a stelle e strisce. L’importante è che se ne parli.

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