Laura Papadia, 36 anni, strangolata dal compagno. "L'ho uccisa": ha detto all'ex moglie

La 36enne sarebbe stata uccisa per soffocamento dal compagno, che avrebbe poi tentato di uccidersi lanciandosi da un ponte, dopo aver raccontato quanto appena fatto alla ex moglie.

Laura Papadia è la settima vittima di femminicidio del 2025 in Italia; la 36enne di origine palermitana è stata trovata senza vita nella casa al quarto piano della Rocca dei Perugini, palazzo storico in via Porta Fuga, a Spoleto, che condivideva con il compagno Gianluca Romita.

E proprio Romita, trovato dagli agenti sospeso nel vuoto a 80 metri sul celebre ponte delle Torri della città umbra, a circa un km di distanza dall’abitazione, ha permesso agli inquirenti di scoprire il corpo della donna, dopo aver confessato di averla uccisa e di voler farla finita per questo motivo.

Tutto questo mentre la ex moglie del quarantasettenne agente di commercio stava cercando di mettersi in contatto con le forze dell’ordine, dopo che l’uomo l’aveva chiamata per raccontarle tutto.

Gianluca Romita, ora agli arresti con l’accusa di omicidio volontario, avrebbe ucciso la compagna, vicedirettrice di un supermercato, per soffocamento, e poi avrebbe chiamato la ex moglie, che vive in Sardegna, confessando il femminicidio ma fornendo un indirizzo falso, quello di Marzocca di Senigallia, ad Ancona, dove lui abitava un tempo proprio con la ex. Nel frattempo, si sarebbe diretto sul ponte delle Torri, intenzionato a togliersi la vita e lì, una volta giunti sul posto i militari allertati dalle chiamate al 112, avrebbe riferito anche a loro quanto appena compiuto, stavolta dando però l’indirizzo corretto per ritrovare il corpo della vittima.

La confessione definitiva sarebbe arrivato dopo un interrogatorio durato diverse ore, e da lì la decisione di porre l’uomo in stato di fermo. A condurre le indagini sono adesso la Procura e il commissariato di Spoleto, coadiuvati dagli investigatori della Squadra mobile di Perugia.

Il corpo di Papadia giaceva in camera da letto; in mattinata il suo cellulare aveva squillato a lungo per le chiamate dei colleghi del supermercato Tigre di viale Martiri della Resistenza, preoccupati per non averla vista arrivare al lavoro. Poco dopo la tragica scoperta.

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