Un tempo sarebbe stato chiamato semplicemente un “baby genio”, oggi forse si userebbe per lui la definizione di plusdotato, ma alla fine i termini poco importano: sicuramente quello che ha fatto Laurent Simons è qualcosa di eccezionale, perché il ragazzino belga, a soli 11 anni, si è appena laureato in fisica all’università di Anversa.

Un percorso di studi durato solo un anno, con cui Laurent vuole avvicinarsi al suo obiettivo: sostituire con la nanotecnologia tutte le parti del corpo, in modo da prolungare la vita delle persone, pur lasciando un collegamento con il cervello.

Originario di Ostenda, sulla costa belga, Laurent è dotato di un quoziente intellettivo non classificabile, visto che nei test ha raggiunto il massimo, 145, ma più d’uno, fra i medici e gli psicologi che lo hanno esaminato, ritiene che le capacità intellettive potrebbero essere decisamente superiori; a otto anni, si legge sulla stampa belga, Laurent aveva già terminato il proprio percorso di studi ed era pronto per l’università. I genitori hanno inizialmente scelto quella olandese di Eindhoven, alla facoltà di tecnologia, salvo poi fargli abbandonare l’istituto a causa di una divergenza con il rettore: mamma e papà volevano infatti portare il figlio alla laurea entro i dieci anni, mentre quest’ultimo pensava a un progetto spalmato su più tempo.

Così, ad accogliere il baby prodigio ha pensato l’università di Anversa, che lo ha condotto alla laurea in soli dodici mesi; adesso per Laurent, presumibilmente, si apriranno le porte del dottorato, anche se all’attivo ha già qualche progetto di ricerca in Olanda e una parte di master post universitario che aveva iniziato parallelamente al corso di laurea. Ciononostante, e sorprendentemente, non è il più giovane laureato della storia: il primato è infatti ancora in mano all’americano Michael Kearney, che nel 1994 si laureò in antropologia a 10 anni.

La storia del giovanissimo fenomeno belga, ovviamente, ha aperto un dibattito: c’è infatti chi sostiene che in questo modo i genitori, per via dell’ambizione personale, “rubino” l’infanzia del figlio, sottraendogli tempo per giocare e svagarsi, come dovrebbe fare un bimbo della sua età, e chi invece sostiene che, probabilmente, sia proprio questo il divertimento di Laurent, e che di fronte alla sua passione mamma e papà non hanno fatto altro che assecondarlo.

Naturalmente, qualunque sia il giudizio, esso è sempre parziale, dato che nessuno conosce la storia di Laurent così bene per potersi esprimere, in un senso o nell’altro. Va anche detto che i bambini plusdotati come Laurent non sono una rarità, e che le manifestazioni della plusdotazione possono essere diverse e varie; comunque la si pensi, è innegabile che ci troviamo di fronte a un’incarnazione della genialità.

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