La ricerca del lavoro può essere un’impresa davvero titanica, soprattutto in certi settori; ma Excelsior e Unioncamere hanno rilasciato un quadro di quello che sarà il futuro professionale da qui a tre anni, rilevando quali saranno le professioni più ricercate.

Società di consulenza e recruiting come Accenture e ManpowerGroup hanno evidenziato come nei prossimi anni le competenze tecnologiche e quelle umanistiche lavoreranno in sinergia; non solo ingegneri ed esperti di intelligenza artificiale, quindi, le aziende cercheranno anche altri profili. In generale, secondo le analisi il fabbisogno occupazionale complessivo sarà compreso tra 3,4 e 3,9 milioni di unità, una somma dell’expansion demand, ovvero dell’aumento della domanda, e del replacement demand, ovvero il turnover dei lavoratori.

Secondo la profilazione di Excelsior e Unioncamere i lavoratori dipendenti del settore privato saranno il 60% del totale, seguiti dai dipendenti pubblici (23%) e indipendenti (17%).

La domanda di lavoro arriverà soprattutto dal settore dei servizi, compresa la pubblica amministrazione – tra 2,6 e 2,9 il fabbisogno stimato tra il 2024 e il 2028 -; segue la richiesta nei settori industriali, mentre è in flessione la richiesta di lavoro in agricoltura.

Grande richiesta di lavoratori di alto profilo

In particolare, tra le richieste una quota considerevole – il 39% – riguaderà i lavoratori di alto profilo, ovvero dirigenti, tecnici e specialisti, soprattutto nel settore pubblico, dove la richiesta arriverà al 38%.
Nel settore privato ci sarà una richiesta discreta di professioni ad elevata specializzazione e tecniche (31%), mentre nel caso della pubblica amministrazione questa raggiungerà addirittura il 63%.

Poco più di un terzo del fabbisogno complessivo è invece rappresentato dai profili intermedi, impiegati e professioni commerciali e dei servizi, pari a 1,2-1,4 milioni di lavoratori, ovvero il 36% del totale; al 17%, invece, il fabbisogno stimato di operai, specializzati o conduttori di impianti. Tra 263 e 298 mila, infine, la richiesta di unità di lavoratori non qualificati, corrispondente a un 8% del totale.

Ancora molto richieste le professioni sanitarie

La pandemia di Covid ha reso la presenza delle professioni sanitarie una vera e propria priorità nel nostro Paese, e il trend sembra proseguire anche negli anni a venire, con infermieri e tecnici della riabilitazione che saranno richiesti in quantità comprese tra le 151 e le 158 mila unità.

Anche i tecnici commerciali, del marketing e degli acquisti, saranno estremamente richiesti, mentre tra gli impiegati emergono gli addetti ad attività di segreteria e agli affari generali delle imprese, con tassi di fabbisogno medi annui del 3,5% e 3,7%. Importante anche il fabbisogno di addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela, sia come front-office sia nei call center.

Addetti alle vendite e ristorazione

Per quanto riguarda i servizi, mancano le professioni qualificati nei servizi sanitari e sociali, seguiti da addetti alle vendite come commessi e assistenti alle vendite nella grande distribuzione; infine, richiesti anche personale di sala e addetti alla cucina, con una domanda prevista compresa tra 177 mila e 222 mila unità.

Le competenze digitali

Circa 2,2 milioni di lavoratori dovranno essere in possesso, da qui al 2028, di competenze digitali, con diverse richieste a seconda del grado di specializzazione: dal 22% per operai e professioni non qualificate, al 57% per professioni impiegatizie e dei servizi, fino all’85% per professioni specializzate e tecniche.

Anche le competenze “green” saranno però rilevanti nell’immediato futuro; tra il 2018 e il 2023, con l’eccezione dell’anno della pandemia, il 2020, si è osservato un incremento costante delle imprese che hanno investito nell’ecosostenibilità, passando dal 49,4% del 2018 al 56,4% del 2023, un trend che dovrebbe proseguire anche nei prossimi tre anni.

Infine, secondo la società Ey, nei prossimi anni aumenterà discretamente – del 15,6% – il mercato degli esperti in relazioni pubbliche e dell’immagine, così come lo spazio per gli esperti di interazione tra uomo e macchine e di personale che possa implementare lo smart working.

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