Leo Gullotta: "Scartato da una fiction perché omosessuale, mi ha fatto male"
L'attore siciliano ha rivelato in un'intervista al Corriere della Sera quanto sia rimasto amareggiato per un'esclusione per un ruolo a cui teneva in modo particolare.
L'attore siciliano ha rivelato in un'intervista al Corriere della Sera quanto sia rimasto amareggiato per un'esclusione per un ruolo a cui teneva in modo particolare.
Essere discriminato a causa del proprio orientamento sessuale non può che fare male per chi lo vive in prima persona, per questo è importante parlarne apertamente e sottolineare quanto questi episodi siano ancora frequenti. Questo è quanto accaduto a Leo Gullotta, che ha rivelato di avere perso un lavoro a cui teneva in modo particolare a causa della sua omosessualità.
Nel 2012, infatti, l’attore non è stato scelto per interpretare il ruolo di Don Dino Puglisi in una fiction Rai con una motivazione che lo ha davvero amareggiato: “Mi sono sentito dire: ‘No guarda, tu non lavori con noi perché sei omosessuale’ – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera – Quell’episodio mi fece molto male. Durò un pomeriggio, cominciai a protestare, ad alzare il ditino: era sbagliato, volevo che me lo dicesse in faccia chi lo aveva deciso. Ma la mia domanda veniva sempre elusa: la colpa era sempre di qualcun altro. I diritti sono arrivati, ma moltissimo si deve ancora fare, non solo per gli omosessuali”.
Puntare su di lui per un personaggio simile, a detta dei produttori, avrebbe potuto avere conseguenze negative che si preferiva evitare: “In quel momento Puglisi era in odore di beatificazione e un funzionario Rai ebbe paura che lo mandassero via perché un personaggio del genere non poteva essere interpretato secondo lui da un omosessuale – ha precisato – Alla Chiesa però non interessa assolutamente nulla di tutto questo, ho fatto tanti personaggi in abito talare e la Chiesa non mi ha mai detto nulla”.
Era stato lui stesso, in occasione della conferenza stampa di presentazione del film di Christian De Sica Uomini, uomini, uomini (storia di quattro omosessuali borghesi) ad ammettere apertamente di essere gay alla domanda di un giornalista, che glielo ha chiesto in maniera esplicita. Lui però non si è scomposto minimamente e ha risposto: “Sì. Perché? Mi dica”. Rimase zitto. Ma tutto questo fece molto scalpore”.
Almeno in un primo momento, però, Leo Gullotta aveva provato a negare a se stesso quello che avvertiva dentro di sé: “Fino ai 30 anni ho vissuto una vita da eterosessuale, poi ho capito che la cioccolata non mi piaceva più, desideravo la crema, e così ho fatto” – ha concluso.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
Cosa ne pensi?