Louise è stata ritrovata senza vita in un bosco poco lontano da casa. L'omicida, che ha confessato, ha spiegato di aver agito per la rabbia dopo una sconfitta nel famoso videogioco.
Un delitto assurdo, con un movente a dir poco raccapricciante; Louise (non è stato reso noto il cognome) una ragazzina di appena 11 anni scomparsa lo scorso 8 febbraio dopo essere uscita dall’istituto che frequentava, l’André Maurois di Épinay-sur-Orge, nell’Essonne ( regione dell’Île-de-France), è stata ritrovata senza vita nel bosco des Templiers, poco lontano da casa, con una decina di coltellate inflitte sul corpo.
Poche ore dopo il drammatico ritrovamento è stato arrestato un vicino di casa della bambina, Owen L., un ventritreenne che abita ad appena 400 metri dalla casa di Louise e a pochi minuti dalla scuola; il suo Dna sarebbe stato ritrovato sulle mani di Louise, come spiegato dal procuratore di Evry, Grégoire Dulin, subito dopo la svolta nelle indagini avvenuta lunedì e il conseguente arresto dell’uomo, con l’accusa di omicidio su minore di 15 anni.
I media francesi hanno inoltre aggiunto che, oltre al giovane, sono state arrestate altre tre persone: i suoi genitori e la sua fidanzata ventenne, accusati di non aver denunciato il crimine e di aver protetto l’assassino e successivamente rilasciati (anche se la ragazza resta indagata).
Agghiacciante è però il movente fornito dal ventritreenne, che ha parlato di una “sconfitta a Fortnite“ – il famoso gioco live service – che avrebbe fatto crescere in lui una rabbia tale da essere placata solo “rubando qualcosa o ricattando qualcuno”.
Lo studente di informatica, dipendente dai videogiochi, era già noto alle forze dell’ordine per aver picchiato la sorella minore, la quale aveva riferito agli inquirenti di aver avuto “paura di morire” a causa delle botte. La sera dell’omicidio, dopo essere uscito per sfogare la rabbia com’era solito fare, ha spiegato il procuratore, Owen L. avrebbe incontrato Louise all’uscita della scuola, attirandola nel bosco dei Templier per derubarla; quando però la ragazzina ha iniziato a urlare, lui si sarebbe spaventato e l’avrebbe accoltellata per dieci volte, uccidendola, con un’arma che ancora non è stata ritrovata. Sulle mani del giovane tagli e graffi compatibili con una collutazione.
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