Il 4 agosto del 2009 la guardia giurata Gaetano Montanino venne uccisa durante un tentativo di rapina; tra i responsabili dell’omicidio anche Antonio Rapicano, che all’epoca aveva appena 17 anni, e che oggi, dopo una condanna a 22 anni di carcere, ha trovato il suo riscatto, anche grazie a una figura inaspettata; quella di Lucia Di Mauro Montanino, vedova di quell’uomo che lui vide morire, assistente sociale impegnata soprattutto ad aiutare gli adolescenti cresciut in contesti difficili.

Sono loro i protagonisti della prima puntata del podcast L’abbraccio che ripara – perdonare un delitto, di Kayros Onlus, condotto da Niccolò Agliardi e nato da un’idea di Vois in collaborazione con Fondazione Cariplo, disponibile dal 18 febbraio su Sky TG24 Insider e dal 27 febbraio su tutte le piattaforme.

Il podcast, di otto episodi, diventerà un documentario trasmesso a marzo su Sky TG24.

“Era un animale ferito dal male che lui stesso aveva provocato – ricorda Lucia Di Mauro a proposito del suo primo incontro con Antonio – Tremava, piangeva. Non ho mai avvertito tanto dolore negli occhi di una persona. Mentre si avvicinava a me tremando ho provato un dolore così grande che l’ho abbracciato per non farlo cadere a terra, perché stava collassando”.

“Mi fa male sentire i passaggi del podcast, ma questo grande sacrificio è stato fatto per far sì che lo ascoltino i ragazzi meno fortunati e per farli riflettere – ha spiegato ancora a Vanity Fair – Io sono un’assistente sociale, con una visione diversa del mondo, improntata verso l’aiutare chi ha bisogno. Dopo la morte di mio marito ho iniziato un periodo di sofferenza e introspezione. Sapere che gli assassini avevano la stessa età di mia figlia è stato un colpo ancora più grande della sua morte: ho capito che dovevo fare qualcosa e così ho iniziato ad andare nelle scuole con Libera di Don Ciotti”.

L’incontro con Antonio proprio durante una marcia di Libera sul lungomare di Napoli; lui le ha chiesto perdono, lei lo ha abbracciato e ha deciso di credere alla sua redenzione; da quel giorno per lui si sono aperte le porte della giustizia riparativa, e, fra le altre cose, è diventato padre di due figli e lavora in una cooperativa sociale che gestisce un bene confiscato alla camorra, intitolato proprio a Gaetano Montanino, l’uomo morto anche per mano sua.

A proposito dello scopo del podcast, Niccolò Agliardi, autore e conduttore, ne parla come del “frutto di un anno intenso di lavoro, spesso di dolore e ricomposizione una storia che nasce a Napoli nell’estate del 2009, quando una persona viene uccisa da 8 colpi di pistola. Quella persona era tutto per Lucia ed era il padre della sua bambina, Veronica. La sua morte ha ucciso la speranza, il futuro e delle famiglie. Per fortuna delle persone hanno provato a salvare queste ferite e a ricucirle. È una storia potentissima e non si può arrivare a considerazioni affrettate prima di chiudere l’ottava puntata. È una storia dove il bene si inzuppa di male e viceversa”.

Kayros Onlus, produttrice del podcast, è invece l’associazione fondata nel 2000 da don Claudio Burgio che offre supporto e alloggio a minori in difficoltà.

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