"I giovani sempre più coraggiosi": le parole di Mahmood sulla discriminazione

Il cantante, ospite di Vanity Fait Stories 2021, ha parlato con Simone Marchetti dell'affossamento del ddl Zan e ha rivelato di essere stato vittima di bullismo quando andava a scuola. "Mi sento rappresentato dai giovani che denunciano".

Dal 26 al 28 novembre si è tenuto Vanity Fair Stories 2021, il festival di Vanity Fair che per la sua quarta edizione ha voluto celebrare il presente e immaginare il futuro, con il titolo Insieme. A New wave of creators. Sono molti i personaggi che sono intervenuti nei talk, digitali e dal vivo, che hanno fatto parte del festival. Tra questi c’è anche Mahmood, che si è raccontato in un’intervista faccia a faccia con il direttore Simone Marchetti.

In particolare, il cantante ha parlato del modo in cui ha vissuto un momento particolare per l’Italia e soprattutto per la comunità LGBTQ+: l’affossamento del ddl Zan. “L’ho vissuto come uno sconforto generale, mi è sembrato di subire derisione e mancanza di rispetto. Vedere la reazione del Senato è stato come fare cento passi indietro. Non soltanto per il fatto che la legge non sia stata approvata, ma vedere il modo in cui è stata affossata è stato triste. Io non mi identifico in questo tipo di politica, ma in un tipo di politica in cui c’è sempre del rispetto“.

Il direttore di Vanity Fair ha poi parlato di alcuni episodi di discriminazione che hanno visto protagoniste persone a lui vicine, chiedendo ad Alessandro (questo il nome del cantante) se anche lui avesse subito qualcosa di simile sulla propria pelle. E Mahmood ha rivelato di essere stato vittima di bullismo e prese in giro soprattutto quando andava a scuola:

“Le volte che mi ricordo di aver vissuto certi episodi sono state al liceo o alle medie, quando ancora non avevo le armi per difendermi. Però una volta cresciuto e diventato più maturo e riuscendo a rispondere non mi sono più sentito attaccato, ma semplicemente posto sullo stesso piano di chi ti rivolge un insulto. Sono stato molto fortunato nella mia adolescenza perché sono sempre stato circondato da persone che mi volevano bene e che mi aiutavano a capire che queste cose non sono e non erano importanti”.

Nel corso dell’intervista il cantante ha sottolineato come, a differenza del passato, nel 2021 le giovani generazioni abbiano più coraggio di denunciare episodi di violenza o di discriminazione, senza restare fermi a guardare. Ed è proprio per questo che la bocciatura del ddl Zan e l’esultanza dei parlamentari ha lasciato tutti (soprattutto i giovani) nello sconforto. “Vogliamo essere tutelati anche dallo Stato, per quello c’è stato lo sconforto per quanto accaduto in Senato […]. Io non mi sento rappresentato in quel gesto, mi sento più rappresentato nei giovani che denunciano e che pretendono tutele“.

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