Le “Mamme in rivolta” contro la legge che affida i figli ai padri violenti

Sono scese in piazza per manifestare contro gli allontanamenti forzati dei loro bambini: chiedono che venga abrogata la Legge 54 e che venga rivista la bigenitorialità ad ogni costo.

Le madri del movimento Mamme in rivolta sono scese in piazza, sotto la Prefettura di Roma, per gridare basta ai prelevamenti forzati dei loro bambini. Non solo. Si sono date appuntamento davanti i tribunali di Venezia, Bologna, Firenze, Parma e Napoli per un sit-in pacifico da cui chiedere con fermezza e una volta per tutte che venga abrogata la Legge 54 del 2006, per le mamme del movimento spesso “mal interpretata“.

Questa legge sancisce il diritto sacrosanto di un minore ad avere garantita la bigenitorialità e a mantenere un rapporto equilibrato con entrambe le figure parentali. Spesso però queste donne vengono accusate di alienazione parentale (Parental Alienation Syndrome) e quindi di non agevolare il rapporto del minore con il padre, anche quando stanno solo cercando di proteggere il loro figli o ne rispettano le volontà.

Giada Giunti, una delle protagoniste della protesta romana, ha spiegato a Dire.it che i bambini vengono “prelevati con la violenza da 10, 20 persone, vengono massacrati per poi essere affidati a delle case famiglie o ai padri violenti. Sono tanti i padri che sono stati diagnosticati violenti, sono stati condannati per violenze però poi gli vengono affidati i figli. Non è possibile che in uno Stato civile accada una cosa del genere”.

Nelle piazze non c’erano soltanto donne vittime di violenza domestica accertata o con cause di divorzio complesse, ma anche mamme spesso accusate di PAS, a causa di una legge che “crea situazioni di vera e propria vessazione anche nelle separazioni cosiddette consensuali laddove i padri interpretano il ‘diritto’ potestativo come una feroce arma di controllo e minaccia, con omissione di atti dovuti, controllando le più semplici libertà di movimento di madri e figli con relativa minaccia di fare ricorso ai servizi e/o al tribunale“, spiegano nella lettera indirizzata al prefetto di Roma e al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

A sostenere la causa di Madri in rivolta anche la Senatrice Valeria Valente a capo della Commissione sul Femminicidio che ha portato in Parlamento il fenomeno della PAS nei tribunali, dopo aver sottoposto ad esame 572 fascicoli sui casi contestati dal movimento delle madri.

Noi – continuano le Mamme in rivolta nella lettera – individuiamo infatti nella legge 54, in particolare nel primo comma del primo articolo, riguardante la bigenitorialità e l’affido condiviso, la causa della reintroduzione e legittimazione del principio patriarcale della Patria Potestà“. E aggiungono: “La persecuzione istituzionale che mira a conciliare genitori secondo un astratto modello ideale di famiglia separata è diventata una gravissima e inaccettabile ingerenza nella vita privata delle cittadine e dei bambini, una manipolazione e, questa sì, alienazione di vissuti, volontà e libertà fondamentali, arrivando perfino a multare le donne che cercano di difendersi“.

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