È stata trovata senza vita nel bagno di casa sua, a Caldiero, in provincia di Verona, domenica scorsa, 1° dicembre. Gli inquirenti stanno indagando sulla morte di Maria Cristina Pugliese, ventisettenne originaria di Marina di Gioiosa Jonica ma più di vent’anni residente in Veneto, madre di una bambina di cinque anni.

Nessuno si sbilancia parlando di femminicidio, ma per ora l’unico che risulta essere iscritto nel registro degli indagati dalla Procura è proprio il compagno di Pugliese, il primo a dare l’allarme ai carabinieri per segnalare il corpo della donna.

Per le indagini l’abitazione è stata ora posta sotto sequestro, mentre il corpo di Pugliese è stato trasferito all’istituto di medicina legale di Borgo Roma a Verona, in attesa dell’autopsia che potrebbe fare maggiore chiarezza.

Secondo la versione del quarantenne partner della vittima, cui appartiene l’abitazione, Maria Cristina Pugliese avrebbe usato un tubo flessibile della doccia per impiccarsi, ma la famiglia della donna respinge recisamente l’ipotesi del gesto volontario; e ci sarebbero anche alcuni dettagli all’interno della porzione di villetta a schiera in cui la coppia viveva a far dubitare della versione dell’uomo.

“Domenica mattina ho ricevuto un messaggio del compagno di mia sorella che io non avevo mai voluto conoscere: mi chiedeva se l’avevo vista – ha raccontato ai media locali Rocco Pugliese, fratello della vittima – Mi è sembrato strano, non ci frequentavamo. Cristina di solito passava a trovarmi in officina qualche mattina, mai con lui”.

Il fratello di Maria Cristina Pugliese aggiunge poi un altro comportamento strano del parter della sorella, che avrebbe “mandato un messaggio anche all’ex compagno di Cristina, altrettanto inusuale. Così ho cominciato a preoccuparmi davvero. Ho cercato di contattarla varie volte durante la giornata e poi alla sera, dopo che non mi rispondeva più nessuno, nemmeno lui, con papà siamo andati a cercarla a casa, a Caldiero”.

Una volta giunti fuori dalla villetta, la scoperta tremenda: “Ci siamo trovati davanti ai lampeggianti, ai militari. Non ci lasciavano entrare. Abbiamo saputo che c’era stata una lite davanti al bowling del paese quel sabato sera. Che la borsetta di Cristina è rimasta nell’auto di lui. Che in casa c’era un tavolino rotto. E poi, mi domando, come ha fatto a strangolarsi da sola con il tubo della doccia? È impossibile. Oltretutto, davvero, lei un gesto simile non l’avrebbe mai compiuto”.

Secondo quanto ricostruito da alcuni testimoni, tra Pugliese, commessa alla Lidl di Arcole e barista a Caldiero, e il compagno ci sarebbe stata una lite proprio la sera prima della sua morte.

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