Il cold case di Mariangela Passiatore, scomparsa nel 1977: dopo 48 anni la svolta

Potrebbe essere arrivata la svolta nel cold case della 44enne milanese scomparsa da Brancaleone nell'agosto del 1977: grazie a un maxi blitz della Procura calabrese si è scoperto che la donna potrebbe essere stata uccisa a bastonate.

Dopo 48 anni potrebbe essere arrivato a una svolta il caso sulla sparizione di Mariangela Passiatore, all’epoca 44enne moglie dell’imprenditore Sergio Paoletti, misteriosamente scomparsa in Calabria a poco più di dieci chilometri dalla casa dove si trovava, giunta da Milano, per trascorrere le vacanze estive.

Una nuova inchiesta condotta dalla Procura guidata da Giuseppe Lombardo ha infatti aperto la pista dell’omicidio: Passiatore sarebbe stata uccisa a bastonate perché “troppo nervosa”, e sepolta poi in qualche luogo in Aspromonte. La stessa inchiesta, per quel delitto, ha portato a 97 arresti tra la provincia di Reggio Calabria e altre 14 città, oltre all’iscrizione, nel registro degli indagati, di diverse persone, fra cui Michele Grillo, boss della ‘ndrangheta vicino al clan Barbaro.

Proprio Grillo ha fornito la traccia decisiva per fare luce sulla fine di Mariangela Passiatore, con un’intercettazione in particolare registrata nella discoteca Skylab di Milano,  dove il boss, nel 2012, parlando con un altro membro dei clan, Luciano Scarinci, dice: “Ne ho fatti tanti di questi. Con la buonanima di Peppi ‘u Nigru [Giuseppe Barbaro, il boss dell’omonimo clan, ndr.], quante volte partivamo da laggiù, venivamo qua, per queste cose qua! […] Mannaia, ho una cosa, un ricordo brutto. Con una signora, guarda”.

Per gli inquirenti quella signora sarebbe proprio Mariangela Passiatore, sorpresa dai rapitori mentre si trovava con il marito e una coppia di amici di Melzo, Claudio Brambilla e Angela Mariana, all’epoca 37 e 35 anni, durante una cena; era il 28 agosto del 1977, e i quattro si trovavano a Brancaleone, nella Locride, nella casa occupata per le vacanze, quando cinque uomini fecero irruzione in casa, rubando soldi e gioielli prima di andarsene portando via Passiatore con sé.

Secondo le ricostruzioni la trascineranno a piedi per circa dieci chilometri fino al paese di Bova superiore, una zona che va verso l’Aspromonte già allora semi disabitata; a distanza di decenni, le intercettazioni di Grillo potrebbero essersi rivelate decisive per inserire i pezzi mancanti del puzzle: “Lei era andata! Quella era nervosa, era una persona con problemi, che prendeva medicine”, lo si sente dire, suffragando l’ipotesi che stia parlando proprio di Mariangela Passiatore, all’epoca effettivamente in terapia. “Ero andato ad Africo, che sono arrivato a prendere le medicine. L’hanno ammazzata.

Se non siete capaci, non vi mettete avanti a fare gli uomini! Non fate le cose che sono più grandi di voi, statevene a casa in mezzo alle cosce della moglie – prosegue Grillo nella conversazione intercettata, come ricostruisce Repubblica – Gli ho dovuto dire che è caduta e non la guastavo (non facevo torto) a nessuno e l’hanno ammazzata bastardi e cornuti! L’hanno ammazzata! A bastonate! In testa!”.

La ‘ndrangheta mise a segno moltissimi sequestri tra gli anni ’70 e ’80, e nel caso di Passiatore la sua scomparsa fu seguita da due chiamate: la prima in cui venne chiesto un miliardo di riscatto, simulando una telefonata delle Brigate Rosse, la seconda che invece chiedeva 150 milioni. Poi il silenzio.

Fino a oggi, quando la procura calabrese, sulla base delle intercettazioni di Grillo e delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Domenico Agresta, lo ha iscritto nel registro degli indagati; Vista l’età ormai avanzata, tuttavia, per lui non è stata ritenuta necessaria nessuna misura cautelare.

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