Massimo Galli: "Con tosse e starnuti non basta un metro di distanza"

Massimo Galli, infettivologo e direttore del reparto di Malattie Infettive nell'ospedale Sacco di Milano, in un collegamento con la trasmissione Agorà ha voluto parlare del distanziamento sociale in questa nuova Fase 2 dell'emergenza coronavirus.

Questa mattina in collegamento con la trasmissione Rai 3 Agorà, l’infettivologo e direttore di malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ha voluto dire la sua sul distanziamento in questa nuova Fase 2 dell’emergenza coronavirus. L’infettivologo ha più volte sottolineato l’importanza dei tamponi.

“La valutazione alla fonte dell’esistenza o meno di persone contagiate in determinati contesti è, e sarebbe stata, il presidio fondamentale per evitare l’ulteriore, eventuale espansione dell’infezione. Andare a vedere chi è infettato o no è molto più importante del distanziamento”.

Per Galli è fondamentale identificare tutte quelle persone ancora in circolazione con l’infezione. Il direttore ha rivelato che molte sono costrette a prendere in privato un appuntamento per essere sottoposte al test dal momento che non si è riusciti a farlo con il Servizio Sanitario Nazionale.

“Questo è una debacle per la sanità, a fronte di un’epidemia come questa”.

Tante persone – ha aggiunto – chiedono di sapere effettivamente qual è il proprio stato di salute e preferirebbero non farlo a pagamento.

Riguardo il distanziamento sociale, l’infettivologo Massimo Galli non è convinto sull’efficacia della distanza di un metro perché tutto dipende dalle circostanze. Ad esempio, se c’è una persona che tossisce o starnutisce, il virus circola nell’aria e un metro può essere poco per non rischiare di essere infettati.

“Ma se non c’è questa circostanza, e le persone che non stanno bene se ne stanno a casa, il metro è ragionevole”.

Con il nuovo Dpcm entrato in vigore il 18 maggio, il rischio è che aumentino i contagiati.

“Sappiamo che i positivi sono dieci volte tanto quelli trovati. Ora tutti usciranno di casa, senza avere una diagnosi definita e precisa. E questo potrebbe far aumentare il numero dei contagiati”.

Il professor Galli riguardo la nuova Fase 2, ha dichiarato:

“C’è ancora molto da fare e da capire per quanto attiene alla possibilità di far ricominciare a lavorare molte imprese soprattutto nell’ambito della ristorazione, dei bar, del commercio al dettaglio. Le caratteristiche di queste imprese sono difficili da conciliare anche con la regola del metro di distanza e della mascherina”.

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