Il ricambio generazionale appare sempre più difficile: i giovani che decidono di studiare Medicina si dirottano su altre specializzazioni perché ritenute meno noiose e meglio remunerate.
I medici di base rappresentano una figura importante per tutti, a cui fare riferimento in caso di necessità più o meno urgente ma anche quando si ha bisogno di un consiglio su sintomi che fino a quel momento non erano stati riscontrati. Questa figura, però, sembra stia lentamente scomparendo, come emerge dallo studio effettuato da Agenas (Agenzia sanitaria nazionale delle Regioni. L’età media di oltre un terzo di loro risulta essere di 66 anni.
Il ricambio generazionale sembra sempre più difficile da mettere in atto. Sono solo 666, infatti, i medici di base che si sono laureati per svolgere questa professione negli ultimi sei anni. Molto spesso chi studia medicina preferisce specializzarsi in altri ambiti. Non va molto meglio nemmeno se analizziamo il dato relativo a chi ha un’anzianità di servizio da 13 a 20 anni, quindi professionisti intorno ai 45 anni: questi risultano essere poco più di 2 mila. Sono oltre 30 mila invece i dottori che sono laureati da oltre 27 anni.
Questo rende sempre più complesso per loro riuscire a lavorare e soddisfare appieno le richieste di tutti i pazienti. Ogni medico ha in media 1.237 persone, ma sono tanti quelli che si ritrovano con numero superiore rispetto a quanto previsto, che sarebbe pari a 1.500 (il 42%).
Non essendoci personale che possa sopperire, sono diverse le Regioni che hanno dato il via libera a un aumento del numero degli assistiti, diventato pari a 1.800. Difficilmente il quadro potrà migliorare in tempi brevi, al punto tale che entro i prossimi due anni potrebbero non esserci medici di base per tutti.
Il decreto Milleproroghe ha portato a un innalzamento dell’età pensionabile, passata da 70 a 72 anni per i dottori, ma il prolungamento resta comunque volontario. Non aiuta nemmeno le difficoltà previste per accedere alla professione: il 20% dei vincitori dei bandi nell’arco di due anni arriva poi a scegliere altre specialità perché ritenute più interessanti e con borse di studio più retribuite.
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