Medici Senza Frontiere autodenuncia:"24 casi di molestie o abusi sessuali nel 2017"

La confessione di Medici Senza Frontiere su i casi di molestie o abusi sessuali da parte dei suoi operatori ha portato al licenziamento di 19 persone mentre gli altri membri del personale sono stati sanzionati in altri modi: ecco cosa è successo.

Dopo lo scandalo che ha investito l’organizzazione umanitaria non governativa Oxfam, arriva l’ammissione di Medici senza frontiere (Msf) che si autodenuncia dicendo di aver registrato 24 casi di molestie o abusi sessuali all’interno dell’organizzazione nel 2017.

La comunicazione di “comportamenti scorretti” è avvenuta attraverso un comunicato stampa ufficiale emanato dal quartier generale di Medici Senza Frontieri a Parigi, una decisione presa come segno di trasparenza da parte dell’ong nei confronti dei suoi sostenitori in un momento in cui il tema è più che mai sotto i riflettori e la lente dell’opinione pubblica.

Così in un lungo comunicato Medici Senza Frontiere spiega che da molti anni hanno adottato dei meccanismi di denuncia, interni all’organizzazione, per combattere ogni forma di abuso e nel 2017 dichiarano:

su un totale di oltre 40.000 operatori umanitari impegnati in quasi 70 paesi nel mondo, abbiamo potuto individuare 40 casi di abusi, di cui 24 sono molestie o abusi sessuali verso membri dell’organizzazione o, in due casi, persone esterne. 19 persone del nostro staff sono state rimosse dal loro incarico.

L’organizzazione spiegano: “promuove un ambiente di lavoro libero da molestie e abusi. La nostra leadership è inequivocabilmente impegnata a combattere qualsiasi sopruso, a migliorare e rafforzare meccanismi e procedure per prevenirli e affrontarli.”

Negli anni si sono adottati dei meccanismi di denuncia e allerta (whistle-blowing) non solo da parte delle vittime ma anche da parte di membri di MSF o persone informate dei fatti in modo che ogni membro possa operare, in qualsiasi missione umanitaria nel mondo, tenendo fede ai valori che guidano l’organizzazione in modo da dare: “assistenza alle popolazioni in difficoltà e rispettare il nostro codice etico professionale. Per noi, questo significa non tollerare alcun comportamento da parte del nostro personale che sfrutti la vulnerabilità degli altri o dei dipendenti che sfruttano la loro posizione per guadagno personale”.

A causa dello scandalo abusi scoppiato in Oxfam l’attrice Minnie Driver, testimonial storica dell’Ong, ha deciso di non prestare più la sua immagine a sostegno delle campagne di pubblicità sociale dell’organizzazione.

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