Alcune fotografie hanno segnato un’epoca perché hanno saputo raccontare, meglio delle parole, determinati momenti storici.

Così  è anche per Hardship of life, del fotografo turco Mehmet Aslan, che si è aggiudicata il Siena International Awards (Sipa) 2021, un contest per fotografi professionisti e dilettanti istituito nella città toscana nel 2015 e ritenuto molto prestigioso.

La foto, davvero toccante, immortala un padre mutilato senza una gamba che stringe tra le braccia il figlioletto di 5 anni, nato senza arti: un’immagine di vera dolcezza e al contempo molto cruda che descrive perfettamente l’atrocità della guerra in Siria.

I protagonisti della foto sono Munzir, il padre, che ha perso la gamba destra per lo scoppio di una bomba mentre camminava in un bazar a Idlib, in Siria, e suo figlio Mustafa, nato senza arti inferiori e superiori a causa della tetra-amelia, un disturbo congenito dipeso dalle medicine che sua madre Zeynep ha dovuto prendere dopo essere stata colpita dal gas nervino rilasciato durante la guerra in Siria.

Quella foto è arrivata al mondo – ha detto proprio la mamma di Mustafa – Abbiamo cercato per anni di farci sentire per aiutare mio figlio con i trattamenti, faremmo di tutto per dargli una vita migliore.

Il bambino, infatti, in futuro avrà bisogno di protesi speciali che ancora non sono disponibili in Turchia; la famiglia ora si trova proprio nel Paese asiatico, nel distretto di Reyhanli, nella provincia turca di Hatay situata al confine con la Siria.

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Aslan si è aggiudicato il premio Sipa battendo le immagini inviate dai fotografi di altri 163 Paesi

È doloroso dover ancora una volta commentare una foto su una tragedia che non è finita: la guerra in Siria – ha detto Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia – Quello scatto sta facendo il giro del mondo, ma speriamo di non trovarci di fronte all’ennesima prova di indignazione a intermittenza. Come quella drammatica di Aylan, speriamo che questa foto svegli le coscienze dei leader mondiali. Il dramma nel dramma sono i bambini con gravi disabilità, che rappresentano la parte più debole nei conflitti.

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