"Non vedevo via d'uscita", la violenza subita dal marito raccontata da Mel B.
"Ho vissuto dieci anni di bugie". Così l'ex Spice Mel B racconta la violenza domestica subita dall'ex marito, confessata solo a distanza di anni.
"Ho vissuto dieci anni di bugie". Così l'ex Spice Mel B racconta la violenza domestica subita dall'ex marito, confessata solo a distanza di anni.
Raccontare di essere state vittime di violenza non è facile come spesso il pensiero comune tende a far credere, e le parole della ex Scary Spice Melanie Brown rappresentano il perfetto esempio da far ascoltare a chi crede che per denunciare un abuso fisico o psicologico ci sia un limite di tempo.
Già nel 2018, nel suo memoir Brutally Honest, Mel B si era aperta sull’argomento, raccontando per la prima volta le violenze di vario genere subite da parte dell’ex marito, Stephen Belafonte, sposato nel 2007 e padre della sua ultima figlia, Madison.
Ma adesso la cantante e giudice di America’s Got Talent è tornata sull’argomento con il Guardian, ammettendo di aver vissuto dieci anni di bugie, durante i quali andava ripetendo che non fosse mai stata così felice come da quando era al fianco di Belafonte, produttore cinematografico, nonostante più volte fosse stata vista con lividi su viso e braccia.
“Ho sperimentato in prima persona l’inganno – scrive Simon Hattenstone, autore dell’articolo – La prima volta che l’ho intervistata, nel 2014, ha presentato la sua vita come un idillio edonistico e sessuale. Quando le ho parlato nel 2018 si è scusata e ha ammesso che era stato un mucchio di bugie – l’unico modo che conosceva per nascondere la sua vergogna e, cosa più importante, per sopravvivere.
‘Era mio dovere mentire perché nella mia mente non c’era via d’uscita’, dice oggi. ‘Stai vivendo in un incubo e poi dici al mondo esterno che va tutto bene perché sei così imbarazzato, pieno di sensi di colpa e preoccupato che nessuno ti crederà'”.
Oggi Mel B ammette anche di aver avuto paura di essere uccisa dal marito, e solo nel 2017, dopo il divorzio, è riuscita pienamente a elaborare quanto successo, senza colpevolizzarsi. Nel frattempo, ha ricostruito la sua carriera partendo per un tour di reunion con le Spice ed è apparsa nel programma Il cantante mascherato, ma ha anche assunto il ruolo di testimonial in una campagna contro la violenza domestica, lavorando a contatto con l’organizzazione benefica Women’s Aid, raccontando la sua storia sugli abusi domestici e incoraggiando gli altri a raccontare la propria.
Ha anche preso parte a un cortometraggio di quattro minuti sugli abusi domestici, Love Should Not Hurt (L’amore non dovrebbe ferire), i cui unici suoni sono la splendida colonna sonora per pianoforte composta da Fabio D’Andrea, che ha anche diretto il film, il cui finale riflette sui dati agghiaccianti della violenza contro le donne, secondo quanto riportato dall’Organizzazione mondiale della sanità: una donna su tre nel mondo è sottoposta a violenza fisica o sessuale da parte di un partner intimo o a violenza sessuale da un non partner.
Eppure, racconta Melanie, per tanto tempo lei ha creduto di essere da sola, fino a quando non ha incontrato un gruppo di Survivors a Leeds.
C’erano circa 20 donne sedute a gambe incrociate sul pavimento e abbiamo raccontato la nostra storia. Ho detto al mio, poi una donna ha detto: ‘Oh mio Dio, ho passato la stessa cosa. Ha portato via le chiavi della mia macchina. Abbiamo avuto tutte esattamente la stessa storia’.
Mel B aveva già avuto la piccola Phoenix dall’ex compagno Jimmy Gulzar e attraversato la diatriba con Eddie Murphy per il riconoscimento di Angel Iris, la sua secondogenita (per cui l’attore chiese il test di paternità) quando ha incontrato Stephen Belafonte, e per sua stessa ammissione, inizialmente aveva pensato che fosse davvero l’uomo dei sogni. Ma dopo qualche tempo ha capito che tutto ciò che lui diceva essere “fatto per lei” erano in realtà modi per controllarla.
Inizia con piccole cose. Ad esempio ‘Oh, non indossare quel vestito – ti ho comprato questo vestito’. Dirti cosa indossare non è così insignificante. Non era come dire: ‘Metti questo vestito!’ Era: ‘Guarda cosa ho comprato per te! Ti ho visto guardarlo su Net-a-Porter’. E pensi: “Oh mio Dio, è così dolce!” quando in realtà sta iniziando a prendere il controllo di tutto’.
Melanie non ha creduto agli avvertimenti di Nicole Contrerars, ex compagna di Belafonte, che con lui aveva una causa aperta proprio per maltrattamenti, ma andando avanti con la relazione ha compreso che, probabilmente, non c’erano bugie nel racconto dell’ex compagna di suo marito.
Ho provato così tanto odio per me stessa. Avevo mentito a così tante persone. Poi mi sono sentita molto arrabbiata per aver permesso a quella persona di farla franca per dieci anni.
Pur essendo cresciuta vicino a un rifugio per donne vittime di violenza, ha proseguito l’ex Spice, prima di provarla sulla propria pelle sapeva molto poco della violenza domestica; ma l’isolamento dai familiari a cui Belafonte l’ha lentamente portata, il controllo e la manipolazione psicologica le hanno fatto aprire gli occhi.
È come se gli aggressori avessero letto tutti lo stesso manuale. Prima che tu te ne accorga non hai la chiave della tua porta di casa, o non guidi nemmeno più la tua macchina. Quei ‘privilegi’ per i quali abbiamo lavorato così duramente – la tua bella macchina, la tua bella casa – ti vengono lentamente portati via. Il tuo potere è stato portato via e l’unica persona su cui devi fare affidamento è il tuo aggressore.
In seguito alla separazione lei e Belafonte hanno raggiunto un accordo privato; le accuse nei confronti dell’uomo erano davvero pesanti: Mel B parlava di aggressione, di tentativi di soffocamento, di averla drogata e costretta a girare più di 20 filmati porno amatoriali; dal canto suo, Belafonte ha ammesso di essere dipendente da cocaina e alcol, tanto da aver dovuto sottoporsi a test antidroga per quattro mesi consecutivi prima di poter ottenere la custodia congiunta di Madison.
Ho provato ad andarmene sette volte, quindi puoi immaginare quanto fossi disperata in quei dieci anni. Non avevo nessun posto dove andare, non avevo la mia carta di credito, non avevo una macchina, ho tre figli, ero sull’orlo dell’autodistruzione. Mi sono auto-medicata. Ho provato di tutto ma non di farla finita, perché per me avrebbe significato che avrebbe vinto lui. Sembra la cosa più semplice, alzarsi e andarsene, ma quando si coinvolgono i bambini c’è un altro tipo di ricatto che si aggiunge, quello che dice ‘Porterò via i tuoi figli’.
Solo quando ha saputo che suo padre stava morendo per un cancro ha trovato la forza per andarsene, per volare da Los Angeles a Leeds e rivederlo un’ultima volta, quando ormai l’uomo era in coma. Oggi è una donna diversa, più consapevole, e impegnata affinché altre non subiscano quanto ha subito lei per un decennio. Sa benissimo che la pandemia ha peggiorato la situazione per moltissime vittime, costrette giocoforza a condividere 24 ore su 24 con i propri aguzzini.
È come il sogno di chi abusa. Non devono dire al loro partner: ‘Tu rimani perché te l’ho detto io’, gli basta dire ‘Devi stare a casa per il lockdown. Non sono solo le mie regole adesso, sono le regole del governo’. Sono uscita da quattro anni da una relazione violenta. Se fossi stato io quattro anni fa in isolamento, non credo che sarei sopravvissuta. Il mio lavoro è stato la mia salvezza. Essere in TV e fare ciò che amavo era l’unica cosa che non poteva toccare, l’unico caso in cui non aveva voce in capitolo su ciò che indossavo, come mi pettinavo i capelli, cosa dicevo. Nove volte su dieci tornavo a casa e dovevo affrontarlo.
Dopo aver lasciato Belafonte Melanie è tornata a vivere con sua madre per un anno, riappropriandosi lentamente della sua vita, mentre per quanto riguarda la fiducia negli uomini, quello è un genere di rapporto che deve ancora ricostruire davvero, nonostante, ammetta senza sbottornarsi troppo, abbia da qualche mese una nuova relazione con un uomo che definisce “molto gentile”.
Per un buon anno e mezzo non sono riuscita nemmeno a sopportare che qualcuno mi stesse vicino o che mi abbracciasse. A parte abbracciare i miei figli e la mia famiglia, qualsiasi altro gesto mi avrebbe traumatizzata. Ero tipo, ‘Beh, se non tocco nessuno e non permetto a nessuno di avvicinarsi a me, starò bene’. Non puoi vivere così. Ma il problema della fiducia sarà sempre lì.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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