Non ce l’ha fatta Sabreen al-Sakani, la neonata venuta alla luce con un parto cesareo d’urgenza dopo che la mamma era stata vittima di un raid mortale a Rafah, nel Sud di Gaza. A dare la notizia è stata la BBC, confermando come la morte sia avvenuta a distanza di soli cinque giorni dalla nascita. La bimba è stata sepolta insieme alla mamma.

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Oltre alla donna, sono morti anche il marito e l’altra figlia di tre anni, Malak, anche se nel loro caso le ferite sono apparse subito ortali

Al momento dell’attacco la mamma di Sabreen era incinta di sette mesi e mezzo: sin da subito le ferite che lei aveva riportato sono sembrate gravissime, solo successivamente, nonostante i soccorsi tempestivi, sono risultate fatali. All’arrivo in ospedale la piccola era ancora in vita, per questo si è scelto di effettuare il parto cesareo d’urgenza, soluzione ritenuta migliore in casi simili, anche se non è servito a mantenere in vita la donna. Le condizioni della neonata erano apparse critiche, ma una volta messa in incubatrice sembrava essersi stabilizzata. Il suo peso alla nascita era solo di 1,4 kg, unito a forti difficoltà respiratorie, anche se i medici sembravano essere ottimisti sull’evoluzione della situazione e addebitavano quello al parto prematuro.

 “Dio ci ha tolto qualcosa, ma ci aveva dato qualche altra cosa in cambio. Ora li ha presi tutti. La famiglia di mio fratello è stata completamente cancellata. Non c’è più traccia di lui”, ha detto lo zio della bambina secondo quanto riportato da Sk Tg24. In quell’attacco, oltre alla piccola, sono morti altri 15 bambini. Vivevano tutti nello stesso complesso residenziale colpito dalle bombe.

La nonna materna di Sabreen, Mirvat, ha detto alla Bbc che la famiglia aveva pianificato di adottare la bambina.

Sulla base di quanto riferito alla BBC dalla nonna materna di Sabreen, Mirvat, la famiglia era intenzionata ad adottare la bambina.

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