È stato trovato morto in carcere a 81 anni Theodore Kaczynski, noto come l’Unabomber americano, attivo negli Stati Uniti dal 1978 al 1995, periodo in cui aveva messo a segno una serie di attentati con ordini artigianali che venivano spediti via posta. Il suo obiettivo, come aveva dichiarato personalmente, era quello di provocare il collasso “dell’ordine sociale moderno“.

Le azioni di cui si era reso protagonista avevano infatti lo scopo di portare avanti una “guerra” personale contro la tecnologia, non a caso le bombe venivano inviate ad aziende, istituzioni e persone. Il bilancio finale è stato di 3 morti e 23 feriti, fino al momento della cattura, arrivata nel 1996.

Pur avendo un passato da accademico e professore di matematica, lui odiava il progresso, convinto che questo potesse danneggiare la società, proprio per questo si era rifugiato in una capanna nelle montagne del Montana senza acqua corrente né elettricità, dove costruiva personalmente i suoi esplosivi.

Nel 1995 Theodore Kaczynski aveva inviato alla stampa e ad altre persone da lui selezionate un manifesto, dal titolo La società industriale e il suo futuro, dove sottolineava la sua volontà di combattere quelli che riteneva fossero i pericoli del progresso tecnologico, che meritavano attenzione da parte dell’uomo.

Inizialmente aveva preso come bersagli accademici e compagnie aeree, cosa che gli aveva permesso di ottenere l”appellativo di ‘Unabomber’ da University and Airline Bomber. La cura dei dettagli era per lui fondamentale, ma non gli ha impedito di compiere un passo falso nel 1995: aveva infatti fatto pubblicare sul New York Times e sul Washington Post un testo in cui sottolineava l’odio verso la modernità e la tecnologia, ma contenente un particolare che ha permesso di risalire alla sua identità. A capire tutto era stato il fratello, David Kaczynski, che aveva perso i contatti con lui. L’FBI si è mossa tempestivamente ed è riuscita ad arrestarlo.

L’uomo è stato condannato a otto ergastoli dopo essersi dichiarato colpevole, nonostante la diagnosi di schizofrenia paranoide emersa nel corso del processo. Dal 2021 stava scontando la sua pena in una struttura sanitaria carceraria della Carolina del Nord, dove era stato trasferito dopo il periodo trascorso nel carcere federale di massima sicurezza ‘Supermax’ a Florence, in Colorado, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute.

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