È morta senza riuscire a dire addio a suo figlio di 12 anni, senza poterlo riabbracciare almeno una volta. È quanto successo a Lais (il cognome non è stato reso noto), un’insegnante di Frosinone, da tempo malata di un tumore al pancreas.

La donna, 47 anni, era separata da suo marito, un medico pugliese denunciato per maltrattamenti, e quando aveva saputo di avere il cancro si era trovata costretta ad affidare il figlio all’uomo, mentre la primogenita della coppia è restata accanto a lei per aiutarla. Doveva essere una cosa temporanea, o almeno era quello che sperava Lais, alla quale il tribunale aveva garantito che il padre del dodicenne avrebbe dovuto accompagnarlo dalla madre una volta al mese.

Visite che, stando a quanto raccontato sul Corriere della Sera e sui social dell‘Associazione Fammi RinascereCentro Antiviolenza sulle Donne, non sono mai stata rispettate. Nel post dell’organizzazione no-profit si legge:

Non ti hanno permesso di riabbracciare per l’ultima volta il tuo amato figlio, un dolore che ha aggravato ancor di più la tua salute cagionevole. Le ultime volontà di questa mamma quando venne ascoltata furono: “Vorrei che Isabella rimanesse con me perché questo è il suo desiderio e deve essere rispettato, e vorrei che anche XXXX XXXXXX rimanesse con me, perché è un suo desiderio, anche se io ho adesso delle difficoltà; anche perché è più di un anno che non vedo mio figlio”. Ed ora domandiamoci quanto dolore, oltre quella della malattia che gravava su di essa, possa esserci stato nel cuore di questa mamma che si è vista costretta nel limbo di un’attesa di una giustizia lenta che non ha tenuto in considerazione le condizioni psicologiche di una mamma.

Lais non vedeva suo figlio da gennaio 2022, ossia da quanto si era vista costretta dal tumore al pancreas e dal percorso di cure necessario ad affidare temporaneamente il ragazzino al padre. Ma l’ex marito non ha mai portato il figlio a trovare la madre, tanto da costringerla ad agire legalmente con un’istanza. Questa vicenda era giunta anche in Parlamento con un’interrogazione presentata dalla deputata Cecilia Guerra, ma i tempi della giustizia sono stati molto più lenti di quelli della malattia e Lais non potrà mai più dire addio al suo bambino.

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