Nuda contro la polizia: così "Naked Athena" diventa il simbolo delle proteste
L'hanno già ribattezzata Naked Athena, per aver protestato nuda di fronte alla polizia negli USA, usando l'anasuromai, una pratica che arriva da molto lontano...
L'hanno già ribattezzata Naked Athena, per aver protestato nuda di fronte alla polizia negli USA, usando l'anasuromai, una pratica che arriva da molto lontano...
L’hanno vista comparire così, tra il fumo dei gas lacrimogeni sparati dalla polizia antisommossa impegnata a sedare l’ennesima protesta a Portland, in Oregon, dove la rabbia dopo la morte di George Floyd non accenna a placarsi.
Nuda, “vestita” solo di un cappello nero e di una mascherina del medesimo colore, la manifestante è diventata il vero simbolo delle proteste popolari; si è presentata accennando qualche passo di danza classica, per poi sedersi sull’asfalto, a gambe larghe, proprio di fronte alle truppe dell’esercito inviate da Trump per fermare le rivolte. Un’immagine suggestiva, immortalata dai media e diventata immediatamente virale sui social, soprattutto su Twitter, dove molti utenti stanno postando altri scatti e video della misteriosa sconosciuta (mentre su Instagram molti post sono stati cancellati perché, si legge, “i contenuti potrebbero non rispettare le linee guida della community “).
Leggendo tra i vari post, alcuni riportano anche che la giovane donna sarebbe stata ferita alla gamba sinistra, come si vede bene in questa immagine.
La manifestante è stata immediatamente ribattezzata Naked Athena, l’Atena nuda, e non solo perché Atena, per i greci, era la dea guerriera, ma anche perché il gesto della ragazza richiama moltissimo quello dell’anasyrma, o anasuromai, usato proprio dalle donne della civiltà greca (ma non solo) in segno di protesta.
Composto da ana, ovvero “su” o “contro”, e syrma, cioè gonna, l’anasyrma o anasuromai è il gesto di sollevare la gonna, in relazione a certi rituali religiosi, ed è ovviamente diverso dal flashing, che, pur se materialmente simile, è da classificarsi nell’esibizionismo, dato che comporta l’eccitazione sessuale, che invece nella prima è assente.
L’anasuromai ha infatti il solo scopo di stupire lo spettatore che assiste allo “svelamento”, e tradizionalmente ha una valenza apotropaica, come mezzo di repulsione verso un nemico soprannaturale.
Se nell’antica Grecia l’anasuromai o anasyrma era tipico soprattutto nella celebrazione dei misteri eleusini associati a Demetra e Dioniso, secondo diverse fonti storiche il gesto, come detto, aveva anche effetti soprannaturali: Plinio il Vecchio, ad esempio, scriveva che una donna mestruata che lo praticava poteva allontanare grandine, fulmini e turbini, mentre avrebbe fatto cadere vermi e bruchi camminando in un campo di grano. Pur senza ciclo mestruale, una donna, denudandosi, avrebbe potuto placare una tempesta in mare.
Non erano però solo i greci a praticare l’anasyrma, che, secondo il folklore, veniva infatti usato dalle donne irlandesi e cinesi per scacciare i nemici; addirittura, in un articolo di The Irish Times del 23 settembre 1977 si legge di un incidente potenzialmente violento che avrebbe coinvolti diversi uomini, sventato proprio da una donna che aveva pensato bene di alzare la gonna mostrando i genitali.
Anche secondo la tradizione balcanica, e le sue superstizioni, le donne sarebbero corse ad alzare la gonna nei campi in caso di forti precipitazioni, per indurre gli dei a cessare la pioggia. E se nei Nouveaux Contes di Jean de La Fontaine, datato 1674, una donna che si alza la sottana è addirittura in grado di respingere un demone, tutt’oggi, in Africa, si ritiene in molti Paesi che le donne nude siano una maledizione, e pertanto in grado di allontanare il male.
In Nigeria, ad esempio, durante le proteste di massa contro l’Industria petrolifera, le donne si sono esibite in pubblico nel gesto dell’anasyrma, mentre Leymah Gbowee, Premio Nobel per la pace 2011, ha minacciato di spogliarsi, un vero e proprio gesto di disgrazia, nel tentativo di portare la pace durante la seconda guerra civile liberiana, durata dal 1999 al 2003.
Non è, insomma, la prima volta che il corpo nudo di una donna viene usato come protesta dichiarata.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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