È nato un nuovo tormentone su Instagram: le domande anonime nelle stories fatte con l’applicazione NGL. Ma come funziona esattamente?

Negli USA era già in voga da diverso tempo e ora il tormentone delle domande anonime su Instagram con l’applicazione NGL è approdato anche in Italia. L’applicazione NGL (letteralmente “Not Gonna Lie“, ovvero “Non mentirò”), permette a chi la utilizza di ricevere domande anonime da parte dei propri followers mediante un link specifico.

Dopo aver scaricato NGL su Instagram, verrà resa disponibile una specie di casella di posta virtuale che permetterà il contatto con i propri followers. A questo punto, la persona che ha scaricato l’app può dare il via allo scambio di botta e risposta con gli utenti del social con una frase particolare, come “Ditemi la prima cosa che vi viene in mente su di me”. Verrà quindi generato un link (che può essere incolato nelle stories) che consentirà ai followers e a chiunque lo veda di rispondere in forma anonima.

Rispondere è davvero semplicissimo: basta infatti cliccare sul link e dare la propria risposta in appena qualche secondo. In realtà, va specificato che la forma anonima è garantita solo nella versione “basic” dell’app. L’acquisto della versione Premium, invece, permetterebbe all’utente di vedere i profili di coloro che rispondono alle sue domande.

NGL: un successo incredibile

L’applicazione ha avuto un successo strepitoso, tanto da essere stata scaricata da oltre 7,5 milioni persone nel mondo. Ha inoltre raggiunto la vetta della classifica delle app più scaricate di giugno dell’App Store negli Stati Uniti. L’idea che sta alla base dell’applicazione è però la stessa di Ask, la piattaforma online che nei primi anni 2000 fece impazzire i più giovani, permettendo loro di fare domande online e ricevere risposte. L’anonimato in quel caso era sempre garantito, perché venivano utilizzati solo nickname.

Il problema con NGL (lo stesso che aveva anche Ask) è il controllo dei contenuti e la moderazione dei commenti.  “Per garantire la sicurezza dei nostri utenti utilizziamo una delle migliori intelligenze artificiali per la moderazione dei contenuti”, si può leggere sul sito ufficiale dell’applicazione. “Il nostro algoritmo può rilevare il significato semantico degli emoji per estrapolarne l’uso contestuale. Ciò significa che rimaniamo aggiornati sui trend, comprendiamo il gergo e sappiamo come filtrare i messaggi dannosi”. In realtà, come ha dimostrato un’inchiesta della NBC, questo algoritmo è ancora da perfezionare e presenta diversi bug che potrebbero creare problemi.

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