"Lei qui non può allattare", mamma allontanata dal ristorante
Mamma Elisa, amareggiata per il trattamento ricevuto, "colpevole" di aver allattato suo figlio in pubblico, ha pensato bene di sfogarsi in rete fino a far montare la polemica.
Mamma Elisa, amareggiata per il trattamento ricevuto, "colpevole" di aver allattato suo figlio in pubblico, ha pensato bene di sfogarsi in rete fino a far montare la polemica.
Ha dell’incredibile quanto accaduto a una mamma di Genova che ha denunciato tutto pubblicamente. Lei, infatti, era in compagnia del marito e del figlio di appena quattro mesi, avrebbe voluto mangiare un hamburger e delle patatine sui grandini di piazza Matteotti. Anche il piccolo Niccolò, però, aveva fame: così Elisa, questo il suo nome, ha deciso di allattarlo in pubblico. Con la massima serenità, con la massima naturalezza. Eppure questo gesto ha dato fastidio al proprietario del locale di fronte che ha chiesto alla donna di spostarsi “perché era una questione di decenza”.
Secondo l’uomo “non tutte le persone hanno la stessa sensibilità di fronte all’allattamento in pubblico”. Mamma Elisa, amareggiata per il trattamento ricevuto, “colpevole” di aver allattato suo figlio in pubblico, ha pensato bene di sfogarsi in rete fino a far montare la polemica.
Queste le parole della donna al Secolo XIX:
Non potevo crederci, non si può cacciare una persona da un luogo pubblico: io ho sempre allattato ovunque e quando è possibile cerco di appartarmi per creare un’atmosfera tranquilla, senza nascondermi ovviamente. In quel momento cercavo un posto all’ombra, non pensavo di dar fastidio a qualcuno, é giusto che il diritto di allattare sempre e ovunque venga tutelato. Ci sono rimasta davvero male per il modo perché non mi era mai capitata una cosa del genere.
E ancora:
Vorrei che passasse il messaggio che dobbiamo essere tutelate, che non possono accadere queste cose oggigiorno. Non voglio infangare certo questo signore, nel mio sfogo non ho mai fatto il nome dell’attività. Ma l’uomo che ci ha allontanato adesso cerca di giustificare ciò che ha fatto arrampicandosi sugli specchi anziché porgere delle scuse, che comunque non accetterei perché non sarebbero sincere ma solo legate alle polemiche che sono scaturite dopo.
La risposta del ristoratore? Su Facebook, anche se poi ha rimosso il post come scrive il Secolo XIX:
Ho chiesto alla donna se fosse possibile spostarsi e avrei fatto la stessa cosa con chi fuma. Lo spazio è pubblico, vero, ma erano a 50 centimetri dai miei tavoli. Ho fatto un errore e se sono stato maleducato chiedo scusa […] Due minuti dopo averlo postato sono stato coperto di insulti, sto davvero male per la violenza che mi hanno riservato sui social: mi spiace solo aver creato malessere. Se c’è un uomo di ampie vedute quello sono io. Ho dato lavoro anche a persone transessuali e per questo ho ricevuto anche offese. Il mio stato d’animo non è sereno: creerò un appuntamento dedicato alle mamme che allattano per riconciliarci e far capire che sono le benvenute.
“Nel 2018 non esiste che una donna venga bloccata nel fare il gesto più naturale del mondo: parliamo di una necessità fisiologica e primaria del bambino. In una giornata di fine luglio afosa, in una piazza che, ricordiamoci, è luogo pubblico, cos’altro doveva fare questa mamma? Nessuno può permettersi di dire alcunché. Un gesto del genere è da condannare” è, invece, il commento di Emanuela Rocca, ostetrica della casa maternità “Le Maree”.
Giornalista e Videoreporter, nato e cresciuto a Catania. Attratto dal mondo del giornalismo fin dalla nascita, ha trasformato la sua più grande passione in un lavoro: racconta storie senza filtri, senza pregiudizi. Da buon sicilian...
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