Orrore in una casa di riposo: piedi schiacciati e percosse al seno agli anziani

Offese, insulti, minacce, piedi schiacciati, percosse al seno e pollici premuti contro gli occhi: chi osava lamentarsi finiva per essere sedato. Così venivano trattati gli anziani in una casa di riposo degli orrori ad Oristano.

Ancora violenze nelle case di riposo. È quanto scoperto dalla Questura di Oristano, in Sardegna, dove – grazie ad un certosino lavoro d’indagine – si è messo fine all’incubo di alcuni anziani. Come ricostruisce l’Ansa.it, avrebbero subito violenze fisiche e psicologiche: offese, insulti, minacce, piedi schiacciati, percosse al seno e pollici premuti contro gli occhi. Chi osava lamentarsi o se era troppo “esuberante” finiva per essere sedato, secondo l’indagine portata avanti dalla Procura di Oristano che ha arrestato la titolare della struttura, una 59enne che gestiva la casa alloggio Villa Rosina, a Silì, frazione di Oristano.

Adesso la donna è agli arresti domiciliari accusata di maltrattamenti nei confronti di assistiti non autosufficienti che, però, non avrebbe potuto accogliere, e somministrazione di farmaci senza averne titolo. In tre occasioni, scrive l’Ansa.it, dosi tanto abbandonanti di sedativi avrebbero costretto l’intervento di un ambulanza per portare gli anziani al pronto soccorso dell’ospedale San Martino. Una casa degli orrori dove le vecchiette venivano maltrattate: il peggio si registrava di notte quando la titolare si trovava, da sola, assieme agli ospiti.

L’indagine della Squadra Mobile è scattata nella primavera del 2017 grazie alla denuncia di tre operatrici socio-sanitarie che, licenziandosi, hanno raccontato cosa accadeva all’interno della casa di riposo. Alcuni fatti, infatti, risalirebbero al 2015: un incubo senza fine per gli ospiti della struttura.

La titolare è stata incastrata dalle cimici che sono riuscite a registrare 24 ore su 24 quanto succedeva nelle tre stanze di Villa Rosina dove erano alloggiati anche fino a 13 persone, invece delle 7 per le quali era abilitata. Alcune foto sono state scattate dalle operatrici socio-sanitarie che hanno poi lasciato il lavoro. Un’altra dipendente, invece, assunta come tirocinante, è scappata via dalla struttura dopo due giorni dall’assunzione: poi ha raccontato tutto alla Polizia. Un’indagine che si è rivelata molto delicata e lunga date le dimensioni ridotte della struttura. Sarebbe bastato poco per far saltare le indagini.

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