Ha trovato il coraggio di denunciare il marito solo dopo diversi anni di violenze e soprusi domestici, in cui, fra le altre cose, veniva costretta a fare sesso con altri uomini mentre i quattro figli ascoltavano nella stanza accanto.

Quanto accaduto a Sonia (nome di fantasia) ricorda da vicino il caso di Gisèle Pelicot, adesso al centro di un processo seguito dalla stampa internazionale; C.R.T., 48 anni srilankese, giunto in Italia con la moglie nel 2007, è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e lesioni personali, dopo la denuncia, arrivata in seguito all’ennesima violenza, lo scorso 12 ottobre.

L’uomo avrebbe picchiato la moglie con il manico della scopa, costringendola a stare in ginocchio per punizione per ore, fino ad obbligarla a fare sesso con altri uomini, suoi amici, mentre lui filmava, il tutto con la presenza dei quattro figli della coppia, che potevano sentire tutto nell’altra stanza. Ogni pretesto, ha raccontato la moglie, era buono per scatenare la sua violenza: una cena non ancora pronta, una parola diversa dalla sua o una “disobbedienza” dagli ordini.

Nei numerosi abusi anche l’isolamento dalla famiglia di origine: l’uomo la minacciava di morte se avesse avuto contatti con loro, mentre tra il 2015 e il 2019 l’avrebbe spinta a interrompere svariate gravidanze nel timore che il feto potesse essere una femmina, considerato di cattivo augurio nella sua cultura.

Dopo l’ennesima minaccia la donna ha trovato il coraggio di scappare a piedi con i figli e di prendere un autobus fino al Commissariato di Ostia, dove agli agenti del X distretto ha raccontato tutto. Subito messa in sicurezza, le forze dell’ordine sono andate a prelevare l’uomo, condotto poi nel carcere di Regina Coeli.

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