A Cadoneghe, in provincia di Padova, sono morti tre ragazzi che si conoscevano in poco più di un anno. A riportarlo è il Corriere del Veneto: il primo è Henry Amadasun, 17enne di origini nigeriane, che il 18 settembre del 2021 si è gettato nel Brenta lanciandosi dal ponte che collega il comune al quartiere Torre di Padova. Ahmed Joudier, 15 anni, ha fatto lo stesso il 24 aprile 2022. L’ultima morte è di lunedì 17 ottobre: il 18enne Vlad Andrei Lacatus ha perso la vita in seguito a un’overdose di metadone. Nella zona, si pensa che questi avvenimenti potrebbero essere collegati.

Quei tre ragazzi si conoscevano, frequentavano la stessa compagnia, sono morti uno dopo l’altro“, è quanto testimoniato da una mamma, il cui figlio era amico di questi ragazzi. Secondo lei, ci sarebbe un file rouge a legare queste tre morti.

C’è un filo rosso a legare quelle morti – spiega ancora la mamma di uno dei ragazzi della compagnia di Cadoneghe – e va ricercato forse nella tanta droga che gira tra Padova e Cadoneghe, nessuno qui crede che Henry e Ahmed si siano uccisi, e forse non è un caso nemmeno che Andrei sia morto così, c’è qualcuno che sa quello che sta succedendo, ma che non parla. I ragazzi hanno chiesto al sindaco di Cadoneghe Marco Schiesaro di mettere più telecamere, non le abbiamo ancora viste.

Secondo quanto ricostruito, le ultime ore di Vlad Andrei Lacatus sono state drammatiche. Gli amici hanno raccontato che il giovane avrebbe chiesto al vicino una dose, che probabilmente in altre occasioni gli aveva già fornito droga. Il vicino gli avrebbe quindi fornito una boccetta di metadone e Andrei l’avrebbe assunta interamente, anziché berne solo qualche goccia. Dopodiché è andato al parco con gli altri della compagnia, luogo in cui è collassato prima di essere portato a casa e poi in ospedale, dove poche ore dopo ne è stato dichiarato il decesso.

Qualcosa non va anche secondo l’amministrazione di Cadoneghe. L’assessora ai Servizi sociali, Sara Ranzato, ha commentato:

Il periodo che stiamo vivendo è senza dubbio molto difficile. Gli episodi che hanno visto coinvolto il nostro comune devono farci riflettere e capire come tutto il nostro impegno sia più necessario che mai, per il benessere psicofisico dei nostri ragazzi. A nome mio, dell’amministrazione e dell’intera città non posso che ribadire il dolore che condivido con tutta la comunità di fronte all’ennesima morte di un giovanissimo.

Al momento, il vicino di casa e amico di 23 anni è indagato per aver ceduto a Lacatus il farmaco letale.

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