Paola Turani ha pubblicato un video in cui ha condiviso i tanti commenti che, sotto a un post precedente, le “ricordavano” come Enea, il suo primogenito, avesse bisogno di un fratello o di una sorella per divertirsi.

Le domande e i giudizi non richiesti sulla maternità sono uno scotto che tutte le donne pagano, indipendentemente da quelle che sono le loro scelte in merito, e l’influencer bergamasca non fa ovviamente eccezione, ma si è stancata di leggere sotto i suoi post social “Quando fate un altro figlio?”, e ha deciso di rispondere.

“[…] A prescindere da quale sia la strada ‘giusta’ da prendere, probabilmente vista la nostra situazione dovremmo farci aiutare o intraprendere il percorso di PMA per un secondo figlio – spiega molto onestamente Turani – E, comunque, non è detto che ci riusciremmo. Insomma, non così semplice come potrebbe sembrare. Vi avevo raccontato, ormai quattro anni fa, delle nostre difficoltà. Di quanto io abbia sofferto negli 8 anni prima di avere Enea ogni volta che mi venivano fatte domande su una gravidanza. Non sto parlando solo di social, anche nella quotidianità”.

L’influencer ricorda poi l’alto numero di coppie che, in Italia, ha difficoltà a concepire, circa “77-80 mila le coppie che annualmente ricorrono alla Procreazione Medicalmente Assistita per avere un figlio e ogni anno sono in aumento. […] In questi ultimi anni mi sono resa conto di quanto l’argomento infertilità non sia più considerato un tabù, di quanto sempre più persone ne stiano parlano liberamente… Sperando fortemente nel potere della condivisione. Sensibilizzare le persone sul tema potrebbe aiutare a far capire che certe domande per rispetto non andrebbero poste, seppur con buone intenzioni, perchè potrebbero ferire e far soffrire le persone che stanno attraversando problemi e situazioni difficili. Spero che questa mia considerazione sul tema (che mi sta molto a cuore) – conclude – possa far riflettere anche voi”.

 

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