Paola Turci: "Non mi sento lesbica, bisessuale o etero, sono innamorata di chi ho sposato"

In occasione dell'evento Vanity Fair Stories, la cantante ha ribadito di non amare le etichette legate alla sessualità e ha sottolineato quanto sia forte l'amore per Francesca Pascale.

L’amore che si prova per qualcuno non dovrebbe dipendere dal sesso, questo è un concetto fondamentale a cui Paola Turci tiene in modo particolare e ci ha tenuto a ribadirlo in occasione della sua presenza al Vanity Fair Stories, evento organizzato dal settimanale in cui ha avuto modo di parlare con il direttore Simone Marchetti.

Lei non ama le definizioni e non vuole essere etichettata: “Non mi sono mai sentita né lesbica, né bisessuale, né etero: sono solo innamorata della donna che ho sposato, sento finalmente di avere fatto la scelta giusta” – ha detto con grande convinzione.

La cantante è legata da anni a Francesca Pascale, che ha sposato il 2 luglio 2022 in una cerimonia che si è tenuta a Montalcino, in provincia di Siena, giorno che ha lasciato in lei un ricordo indelebile per le grandi emozioni che le ha permesso di provare.

Il matrimonio con una donna? No, non me lo aspettavo – ha detto ancora Paola Turci – Non avevo mai amato prima una donna. Quel giorno è stato davvero emozionante, abbiamo pianto tantissimo. Per vivere quel momento vale la pena di unirsi”.

Il sentimento tra loro è nato in maniera del tutto spontanea e naturale, sorprendendo anche le dirette interessate. Il loro primo incontro è avvenuto in occasione di un concerto che lei aveva tenuto a Torino, ma già in quel momento hanno notato di avere una particolare sintonia: “Siamo state subito intime. Non è che ci siamo dette chissà che cosa, non me lo so spiegare, ma avevo voglia di rivederla”.

L’artista ci ha tenuto inoltre a sottolineare come siano ancora tanti i passi che dovrebbero essere fatti nel nostro Paese per ridurre le discriminazioni: “La disconnessione tra persone e palazzi del potere rimane davvero evidente – ha precisato – Mi auguro che i nostri figli e i nipoti non vivano più nella paura di essere discriminati e sottovalutati”.

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