Oggi Paolo Calissano avrebbe compiuto 55 anni. 52 giorni fa la morte misteriosa

Il 31 dicembre 2021 veniva ritrovato il cadavere dell'attore Paolo Calissano, morte per overdose di farmaci. Una carriera fatta di luci e ombre, segnata dalla depressione e finita nel modo più tragico.

La vita di Paolo Calissano è stata costellata di molti alti, ma anche di tantissimi bassi; tutto fino all’epilogo più tragico, la morte, avvenuta, secondo gli inquirenti, il 29 dicembre, ma scoperta solo il 31 dicembre, anche se c’è chi non è d’accordo con la versione “ufficiale” della vicenda, come vi spiegheremo tra poco.

Calissano è stato trovato senza vita nella sua casa romana, ucciso, dicono le fonti ufficiali, da un’overdose fatale di farmaci; niente cocaina, come qualcuno aveva inizialmente supposto, memore anche delle brutte vicende che lo avevano riguardato da vicino anni fa.

Facciamo un passo indietro: è il 2005 e Paolo Calissano, figlio della Genova “bene”, di un importante imprenditore ligure ex ufficiale dell’aeronautica e della nobildonna Mercedes Galeotti de’ Teasti, è all’apice della carriera quando, d’improvviso, la sua vita viene stravolta. Una donna, Ana Lucia Bandeira Bezerra, viene trovata morta in casa sua per overdose di cocaina, nell’abitazione vengono trovati 30 grammi di droga, lui patteggia quattro anni per aver causato quella morte.

Ana è venuta a trovarmi. Ho avuto l’impressione che fosse già alterata. Era lì per la coca – raccontò tempo dopo a Chi –  Supponeva che ne avessi. Io sono andato a dormire, stravolto. Forse lei ha continuato e le è stato fatale. È stato un tragico incidente, anche se con la droga non c’è nulla di accidentale. Prima o poi, finisce così.

Calissano sconta la sua pena nella Comunità per tossicodipendenti Fermata d’autobus a Trofarello, vicino a Torino, tornando libero nel 2007 grazie all’indulto. È Maurizio Costanzo a concedergli un’altra chance, facendolo partecipare allo spettacolo teatrale che aveva scritto con Enrico Vaime, A un passo dal sogno, ma nel 2008 c’è l’ennesima ricaduta: dopo un incidente in macchina Calissano viene ricoverato nel reparto psichiatrico del San Martino di Genova, e gli accertamenti tossicologici evidenziano ancora tracce di cocaina e allucinogeni nel suo corpo.

Non c’è pace per lui, finito, due anni dopo, anche al centro del caso del piccolo Alessandro Mathas, ucciso a soli otto mesi in un residence di Nervi in una notte a base di droga; proprio lui avrebbe prestato l’auto alla mamma del bambino, Katherina Mathas.

Aveva comunque provato a rialzarsi, di nuovo, con alcune comparsate in tv, la partecipazione alla serie Non dirlo al mio capo 2, nel 2018, e soprattutto con il ruolo nel film, dal titolo per lui calzante, Non tutto è perduto, opera prima di Francesco Bellomo. Ma il 31 dicembre è arrivata la notizia della sua morte, classificata da alcuni come un suicidio, anche se c’è chi, come il fratello Roberto e alcuni ex colleghi di set, non crede affatto a questa versione. Tanti, del resto, i punti oscuri della vicenda.

Le parole del fratello Roberto Calissano: “Non si è ucciso”

“Paolo non si è suicidato. E sono sicuro che la cocaina non c’entri nulla” dopo il silenzio Roberto Calissano, fratello dell’attore, ha deciso di raccontare la sua versione al Secolo XIX:

La cocaina? Era un capitolo concluso, definitivamente alle spalle dopo le cure ricevute nella clinica in Svizzera.

E ha una certezza:

Voglio sapere chi glieli ha prescritti o chi glieli ha venduti [i farmaci che lo hanno ucciso, ndr.] , perché ne aveva a disposizione una tale quantità, com’è stato raccontato. Mi facciano capire, sono il primo a voler sapere che cosa appureranno le indagini.

La ex fidanzata: “L’ho sentito il giorno prima”

Anche l’ex fidanzata, Fabiola Palese, è assolutamente convinta che Calissano non si sia tolto la vita volontariamente.

Io non credo assolutamente al suicidio. Non era da lui – le sue parole al Messaggero – Ne ha vissute tante e tante ne abbiamo superate insieme e si è sempre rialzato. Piuttosto credo che non abbia retto a tutti i farmaci che prendeva per via della sua depressione. In queste ultime settimane era andato molto giù e le feste di Natale lo angosciavano amplificando il suo sentirsi solo. Io penso che abbia fatto un qualche pasticcio nell’assumerli, un bombardamento di psicofarmaci, ma non con l’intenzione di togliersi la vita.

Palese è stata anche la prima a gettare dubbi sull’ipotesi che Calissano fosse morto da almeno 48 ore al momento del ritrovamento, e che il suo cadavere cominciasse a mostrare i segni della decomposizione.

Qualcuno afferma che era morto da almeno 48 ore, ma non è vero – afferma – Ci avevo parlato il giorno precedente nel primo pomeriggio e la sera di mercoledì [il 29 dicembre, ndr.], alle 20.18, Paolo ha effettuato il suo ultimo accesso su Whatsapp.

La donna ha poi escluso, come Roberto Calissano, che la droga possa c’entrare con la scomparsa dell’attore, ma parla di una fortissima depressione che lo aveva spinto ad assumere dosi, anche massicche, di benzodiazepine per aiutarsi a dormire.

Oltre alla perdita del papà e della mamma, lo avevano segnato i trascorsi giudiziari che avevano stroncato la sua carriera. Episodi che potevano capitare a chiunque e che, però, vista la sua notorietà, lo hanno trasformato in un mostro. Gli avevano attaccato un’etichetta addosso. Il mondo dello spettacolo gli aveva voltato le spalle, ma lui voleva una chance di riscatto che nessuno gli ha concesso. Continuavano a offrirgli particine o a chiamarlo solo per interviste in cui piangersi addosso. Ma si rifiutava perché aveva grande dignità.

Il dolore di Sara Ricci, sua partner in Vivere

L’ipotesi che Calissano volesse togliersi la vita è esclusa anche da Sara Ricci, collega dell’attore nella soap Vivere, che, ospite della puntata dell’8 gennaio 2022 di Verissimo, non ha potuto nascondere il dolore per la scomparsa dell’amico.

Quando ho saputo la notizia della scomparsa di Paolo sono scoppiata a piangere. È un dolore incredibile, sono molto provata […] La morte di Paolo non è stata qualcosa di voluto. So che aveva voglia di riscattarsi. Per lui c’erano anche delle nuove prospettive di lavoro. Recentemente aveva fatto dei provini e stava ottenendo dei risultati.

L’inchiesta

Subito dopo la morte la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, prima di tutto per cercare di capire se l’overdose sia stata fortuita o fosse voluta; la Procura indaga inoltre sulla cura farmacologica per regolare l’umore che l’attore stava seguendo.

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