I Papà per scelta: "Fermati in aeroporto, pensavano avessimo rapito i bambini"
Carlo e Christian, famosi sui social come Papà per scelta, raccontano la brutta esperienza vissuta in aeroporto: "Fermati con il sospetto di aver rapito i bambini".
Carlo e Christian, famosi sui social come Papà per scelta, raccontano la brutta esperienza vissuta in aeroporto: "Fermati con il sospetto di aver rapito i bambini".
Carlo e Christian li abbiamo conosciuti tempo fa, quando ci hanno raccontato la loro storia; sui social sono piuttosto famosi come Papà per scelta, e condividono volentieri vari momenti della loro quotidianità con i loro bambini, Julian e Sebastian, nati da una madre surrogata che oggi, come ci avevano spiegato, è parte integrante della famiglia.
Stavolta però hanno scelto di parlare di una pagina davvero spiacevole che li ha riguardati: in partenza per un viaggio, la coppia è stata bloccata all’aeroporto di Linate, ed è stato domandato loro di chi fossero quei bambini.
Con amarezza i due hanno descritto l’accaduto in un post Instagram.
Quello che è successo all’aeroporto di Linate dispiace e tanto. Fermare due genitori in procinto di portare i propri figli a scoprire il mondo solo perché ‘siamo in Italia’ e non è possibile ‘che due bambini abbiamo due papà’ è triste.
Fermarci con il sospetto che ‘avessimo rapito due minori’ mettendo in dubbio l’esistenza di una famiglia costruita con responsabilità è discriminatorio.
Chiederci ‘dov’è la madre?’, ‘li avete adottati?’, ‘da dove sono usciti?’ davanti Juju e Seba è dannoso per chi sta cercando di crescere due bambini, proteggendoli dalla pioggia di stereotipi che ogni giorno siamo costretti a schivare.Siamo una famiglia. Lo siamo dentro le nostre quattro mura e lo siamo nei documenti che a fatica ci siamo conquistati, nonostante l’assurdità di dover giustificare l’amore di due papà in un Paese che riconosce le famiglie solo dalla forma e composizione.
Capiamo e comprendiamo il ruolo delle forze dell’ordine che devono effettuare gli opportuni controlli, ma è inammissibile farlo con la violenza del pregiudizio, frutto di ignoranza, insensibilità e convinzioni personali.Questi siamo noi. Quattro cuori che battono all’impazzata quando respirano la stessa aria. Quattro sorrisi brillanti che si accendono quando trascorrono del tempo insieme.
E nonostante la brutta faccenda, niente e nessuno impedirà di viverci alla luce del sole.
Perché i pregiudizi si combattono provando ad accendere la luce sulla nostra realtà, troppe volte invisibilizzata e discriminata.
Una realtà che ha il diritto di essere riconosciuta, rispettata e tutelata.
E dire che proprio loro, a gennaio, erano stati felici di comunicare che i loro gemelli avrebbero finalmente ricevuto la carta d’identità elettronica, grazie al ripristino della dicitura “genitori” sui documenti.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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