Patrizia Cocco, 49enne nuorese malata di Sla ha deciso di ricorrere alla sedazione palliativa profonda ponendo fine alla sua vita, come garantito dalla nuova legge sul biotestamento approvata dal governo a dicembre e entrata in vigore meno di una settimana fa.

Patrizia Cocco era affetta dalla sclerosi laterale amiotrofica dal 2012. La Sla è una malattia neurodegenerativa progressiva, che porta all’indebolimento e all’atrofizzazione dei muscoli, togliendo a chi ne è colpito la possibilità di muoversi, parlare e, in fase avanzata, respirare.

Patrizia – come riporta L’ Unione Sarda – ha chiesto di interrompere la ventilazione meccanica e, di conseguenza, la donna ha smesso di respirare ed è morta. I funerali si sono svolti domenica scorsa, 4 febbraio, nella chiesa di San Domenica Savio a Nuoro. La rinuncia alla ventilazione è stata fatta davanti a due testimoni e un team di medici (uno psicologo, un palliativista, un rianimatore, un anestesista e un medico di base) nella giornata di sabato 3 febbraio.

“Ti ricordi? Noi ci siamo fatte una promessa: di salutarci con il sorriso. Adesso vai, amore mio”, dichiara la mamma Salvatora al termine della processione, di fronte ai tanti parenti giunti per piangere Patrizia, come riporta il sito del Corriere.

Al termine della processione amorevole di cugini e zii più stretti, mamma Salvatora ha onorato l’impegno preso con sua figlia da tempo, ha cercato dentro di sé il sorriso più difficile e bello e poi l’ha lasciata andare: «Adesso vai, amore mio»

“Una scelta di Patrizia molto lucida e coraggiosa – ha spiegato all’ANSA Sebastian Cocco, avvocato e cugino della donna -. La nuova legge permette ai medici di dare subito esecuzione alla volontà del paziente senza doversi rivolgere al giudice come succedeva prima della sua entrata in vigore e così a Patrizia è stato permesso di fare la sua scelta”.

“La legge, che tutela il diritto alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione, Patrizia Cocco la aspettava da anni, da quando sentiva di essere imprigionata nella malattia dentro la quale sopravviveva a una vita che lei in quelle condizioni non voleva più vivere”.

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