Sei una persona workaholic, ovvero ossessionata dal lavoro? Ci sono diverse abitudini che possono aiutarti a scoprirlo, se non ne sei ancora consapevole.

Innanzitutto è bene partire con una definizione precisa di un ‘workaholic’, ovvero di un ‘maniaco del lavoro’. Secondo Michael P. Leiter, psicologo del lavoro e professore all’Acadia University in Nova Scotia, in Canada, una persona workaholic è “colui che lavora molte più ore del previsto”.

Va da sé, quindi, che si tratti di qualcuno che invece di dedicare tempo alla casa e alla famiglia preferisce lavorare dal mattino alla sera inoltrata. “Ci sono persone che si etichettano come maniaci del lavoro per vantarsi —con falsa umiltà— di quanto siano essenziali nella loro azienda”, ha asserito Leiter.

Nel corso di circa 30/40 anni, le ore che un workaholic deve dedicare al lavoro per potersi definire tale sono notevolmente aumentate. Nella prima definizione del 1971, bastavano più di 50 ore alla settimana di lavoro per essere ad alto rischio di dipendenza. Negli anni successivi, quella soglia è stata superata ampiamente nel mercato del lavoro odierno, rendendo in pratica impossibile un numero di ore preciso oltre il quale si può essere definiti ‘maniaci del lavoro’.

Si è quindi finito con l’etichettare una persona come workaholic quando questa tende a investire più tempo ed energie nel suo lavoro rispetto a quante ne dedica alla cura della sua famiglia e del suo tempo libero.

Ma perché una persona diventa workaholic? A spiegarlo è stato il professor Nestor Braidot, esperto di neuroscienze applicate alla gestione organizzativa. Nelle persone dipendenti dal lavoro “si attiva il sistema di ricompensa del cervello, ad esempio nel caso di professionisti e uomini d’affari che collezionano un successo dietro l’altro, che agisce in modo simile (sebbene non identico) ai farmaci comuni”.

Un comportamento che può produrre seri rischi e che può essere portato avanti in pari misura dagli uomini e dalle donne, come ha riscontrato uno studio norvegese. “Se è una persona che “vive in azienda” per compiacere i suoi superiori, alla lunga può soffrire di sindrome da burnout, che si associa a un cervello praticamente senza energia, esausto”, ha dichiarato Braidot.

Per Braidot, dietro la dipendenza dal lavoro ci possono essere molte cause. “C’è passione negli imprenditori e nei politici di successo, c’è infelicità in chi usa il lavoro come via di fuga per evitare altre emozioni, in altri c’è un perfezionismo patologico. Potrebbero esserci anche fattori psicologici: uno dei miei clienti, il figlio del proprietario di un’azienda di caramelle, è diventato un maniaco del lavoro per guadagnarsi il rispetto di un padre autoritario”, ha dichiarato.

Non sai se sei una persona workaholic? Allora dovresti fare questo veloce test che ti proponiamo qui sotto, realizzato da alcuni ricercatori dell’Università di Bergen, in Norvegia. A ciascuna delle affermazioni puoi dare un punteggio da 1 a 5, dove 1 è mai e 5 è sempre. Se almeno quattro delle risposte sono “sempre” o “spesso”, è possibile che tu sia un maniaco del lavoro.

  • Pensi a come poter disdire altri impegni per poter lavorare di più.
  • Trascorri più tempo a lavorare di quanto avevi previsto.
  • Con il lavoro riesci ad alleviare sensi di colpa, ansia, impotenza o depressione.
  • Altre persone ti dicono che lavori troppo, ma non ascolti mai.
  • Diventi stressato e irritabile quando ti è proibito lavorare.
  • Sottrai tempo ai tuoi hobby, alle attività ricreative o allo sport per il tuo lavoro.

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