Le persone dislessiche sono geniali e hanno una marcia in più. Lo studio

Un nuovo studio ha dimostrato che le persone dislessiche hanno menti geniali e creative, portate per l'esplorazione e le novità. "Se la scuola riconoscesse la loro vocazione, potrebbe valorizzarne i punti di forza anziché continuare a stigmatizzarli".

Lo studio rivoluzionario che ha studiato le menti delle persone dislessiche è stato condotto da due ricercatori dell’Università di Cambridge, la ricercatrice in scienze cognitive Helen Taylor e il neuroscienziato Martin Vestergaard, e pubblicato su Frontiers in Psychology.

La dislessia, ovvero la difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo, fa parte dei deficit che formano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), insieme alla disgrafia (difficoltà nella scrittura) e alla discalculia (difficoltà nel calcolo).

Considerare la dislessia soltanto come un deficit, però, è del tutto errato. “La dislessia ha una forte componente genetica e un’ereditarietà del 60%. Ma perché dovremmo considerarla un disturbo biologico dello sviluppo, visto che riguarda un’invenzione esclusivamente culturale, e quindi artificiale, come la scrittura?“, ha dichiarato Helen Taylor, come riporta EurekAlert.

I ricercatori si sono fermati a riflettere sul fatto che le alte percentuali di dislessici nel mondo suggeriscono che il loro tipo di mente abbia avuto importanza a livello evolutivo. Infatti, nel corso del loro studio Taylor e Vestergaard hanno scoperto il comune denominatore che caratterizza la mente dei dislessici: “Il fatto che siano più predisposti degli altri a cogliere il quadro d’insieme delle cose. Ad esempio i dislessici sono più veloci nel riconoscere le cosiddette figure impossibili, ovvero le figure che hanno senso a livello locale ma non se viste nel loro insieme, come i disegni di Maurits Cornelis Escher” ha continuato Taylor.

Lo studio ha confermato che i dislessici sono portati all’esplorazione e alla creatività: riescono a trovare soluzioni originali a problemi complessi, sono dediti alle novità e i dati provano che sono i migliori nel campo dell’innovazione nei settori dell’economia e della natura.

Il loro talento per l’innovazione è un segnale che il loro cervello sia stato cruciale per la selezione naturale: “Se ti focalizzi sullo sfruttamento di ciò che hai attorno, rischi di rimanere intrappolato e perdi la capacità di adattarti ai cambiamenti, mentre se esplori in continuazione senza sfruttare bene ciò che incontri, potresti sprecare energia“, ha dichiarato Taylor.

Lo studio spiega che una parte prevalente dell’umanità ha sviluppato un metodo di apprendimento basato sullo sfruttamento del già acquisito, e che riesce meglio in attività automatiche come la lettura, mentre una parte dell’umanità ha sviluppato un metodo di apprendimento basato sulla ricerca e l’esplorazione. Si tratta di due modalità di apprendimento diverse, ma complementari.

Non a caso, lo studio rivela che i dislessici sono più attratti da professioni che richiedono abilità di esplorazione e sviluppo delle idee, come le arti o l’imprenditoria.

Se la scuola riconoscesse questa vocazione dei dislessici, potrebbe, invece di stigmatizzarli, valorizzare i loro punti di forza” ha concluso Taylor.

 

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