Perché PETA ha lanciato una linea di abbigliamento e oggetti in ‘finta pelle umana’

PETA lancia la sua campagna contro l'uso di pelli e pellicce nell'industria della moda. E lo fa con un negozio online a dir poco particolare, in cui "mette in vendita" oggetti e capi di abbigliamento realizzati in pelle umana.

La PETA da ormai oltre quarant’anni si batte contro i maltrattamenti animali, e una delle sue battaglie più importanti è senz’altro quella per sensibilizzare sull’uso di pellicce, capi con inserti in pelliccia o in pelle, realizzati sfruttando e uccidendo milioni di animali ogni anno.

Per farlo, l’organizzazione, il cui acronimo significa People for the Ethical Treatment of Animals, ha usato negli anni anche mezzi decisamente forti nelle sue campagne, come quello di quest’anno, ad esempio, a dir poco scioccante.

PETA ha infatti lanciato il proprio negozio online, Urban Outraged, in cui espone capi che, guardandoli bene da vicino, sono idealmente realizzati con parti umane (naturalmente finte). Entrando nel sito, si può leggere che sono realizzati con “la pelle più pregiata”, quella dell’uomo, appunto.

Ecco quindi che sulle giacche, osservandole bene, compaiono volti umani, sangue nelle borse, denti sulle scarpe. Una vera e propria collezione splatter che ha, ovviamente, l’obiettivo di scandalizzare e smuovere le coscienze di chi si appresta a comprare capi in pelle o pelliccia.

In particolare, la PETA si rivolge in questo modo, in maniera polemica, alle aziende che continuano a sfruttare gli animali per i propri prodotti, quando ormai anche la moda sembra, per fortuna, sempre più improntata al green (pensiamo a Stella McCartney, che da anni ha inserito pellicce sintetiche nelle sue collezioni, così come Gucci, Versace, Burberry, Armani e molte altre).

Uno degli slogan principali della campagna è infatti “La moda che osa chiedersi ‘Chi indossi’?”; e il destinatario del messaggio, oltre che il pubblico, è soprattutto Urban Outfitters, che quest’anno è stata presa di mira e a cui il negozio virtuale è dedicato.

Mentre Urban Outfitters, Anthropologie e Free People – tutte di proprietà di Urban Outfitters – non rapiscono, abusano o uccidono umani o altri animali realmente per i loro prodotti, vendono però pelle e altri materiali di origine animale da allevamenti e fornitori che sfruttano e uccidono gli animali – si legge in una dichiarazione – Le pecore vengono spesso picchiate, calpestate e prese a calci nell’industria della lana. Le capre sfruttate per il cashmere urlano di dolore e terrore mentre gli operai strappano loro i peli con pettini di metallo affilati. Più tardi, le loro gole vengono sgozzate nei mattatoi e sono lasciate morire in agonia. E le mucche vengono regolarmente picchiate e sottoposte a elettroshock per la pelle da molti dei fornitori.

Nonostante compaiano descrizioni e recensioni di ogni oggetto esposto, il negozio, è bene chiarirlo, non mette realmente in vendita questi macabri oggetti, si tratta solo di lanciare un messaggio chiaro, in maniera piuttosto forte. E c’è da dire che PETA ha colpito nel segno.

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