Le parole di Putin alle donne per l'8 Marzo (e la risposta della Resistenza)

Nei giorni scorsi abbiamo stabilito alcuni contatti con donne della Resistenza russa contro la Guerra in stanza a Londra, Mosca e San Pietroburgo. Da giorni si stanno organizzando, in tutte le città russe e filorusse manifestazioni no war, che alla luce delle recenti restrizioni in termini di libertà di parola e diritto al dissenso, sono sempre più pericolose. Nei giorni scorsi, la repressione ha colpito duro (anche con la tortura), alcune attiviste e i civili.

In occasione dell’8 Marzo, Putin ha fatto gli auguri alle donne russe in un discorso in cui ha citato le famose parole  di Caterina II di Russia, detta anche Caterina la Grande, imperatrice dal 1762 al 1796:

Difenderò la mia patria con la lingua, con una penna e con una spada, finché avrò abbastanza vita.

Al fine di rassicurare le donne, in quanto madri, mogli, fidanzate, sorelle, nello stesso discorso Putin ha poi chiarito che: “I soldati che stanno prestando servizio militare non partecipano e non parteciperanno alle ostilità. Né ci saranno ulteriori richiami di riservisti. I compiti assegnati sono distribuiti solo a militari professionisti.”

Da alcuni giorni, grazie alla sinergia con alcune attiviste russe a Londra, Mosca e San Pietroburgo, sto seguendo la chat Telegram del movimento russo Resistenza Femminista Contro la Guerra. Ogni ora si fanno più fitte le testimonianze di pestaggi, torture, censura di cui si dà conto nel liveblog in costante aggiornamento, che potete trovare di seguito:

C’è anche la concreta possibilità che lo stesso gruppo venga presto oscurato e, a questo proposito, le attiviste si stanno attivando per riuscire a coordinare una resistenza su canali anonimi, grazie all’utilizzo di bot e altri escamotage già rodati o in fase di rodaggio in queste ore.

Da giorni, il gruppo sta coordinando l’attività delle tante cellule indipendenti di Resistenza contro la guerra – in Russia, ma anche in Bielorussia e in altre parti del mondo – e progettando le manifestazioni previste per l’8 Marzo che, come abbiamo dato conto nel live blog, hanno come obiettivo una serie di azioni finalizzate a “convertire” la Giornata internazionale della donna 2022 in una giornata di lutto per tutte le vittime ucraine, a prescindere dal genere.

Nei giorni scorsi, l’organizzazione scriveva:

[03/03/22 16:36]
🩸8 marzo

Noi, le donne della Russia, ci rifiutiamo di celebrare l’8 marzo di quest’anno:

non regalateci fiori, meglio scendere in piazza e deporli in memoria dei civili morti in Ucraina (circa 300 persone, ci sono bambini tra i morti), contro i quali il nostro Paese ha scatenato le ostilità. Oppure deporre i fiori che ci vengono donati ai monumenti: i fiori sono meglio dei proiettili.

Nell’intervallo dalle 12:00 alle 16:00, invitiamo tutti a deporre fiori presso qualsiasi monumento della Grande Guerra Patriottica della propria città, la guerra dietro cui si nasconde spudoratamente il governo Putin, commettendo crimini di guerra contro i civili in un altro paese. Mostra al popolo ucraino, alle donne e ai bambini dell’Ucraina, che piangi con loro, mostra che le madri e le mogli della Russia non sono pronte ad accogliere i loro figli e mariti in bare di zinco. No, non limitarti a mostrarlo, combatti per questo!

L’8 marzo è il giorno della lotta per i diritti delle donne, oggi lottiamo per la pace per le donne ucraine e ucraine e per la libertà per le prigioniere politiche russe, tra le quali ci sono sempre più donne ogni anno. Quest’anno, l’8 marzo per noi è un giorno di rabbia e lutto: vi chiediamo di venire senza cartelloni e di organizzare minuti di silenzio, stando ai monumenti.

Nel chat di oggi, 8 marzo 2022, tuttavia, a seguito del discorso di Putin, ma anche della repressione sempre più violenta e dei decreti che hanno lo scopo di proibire qualsiasi dissenso, è stato pubblicato questo aggiornamento, cui abbiamo ritenuto importante dare il gusto spazio!

[08/03/22 07:05]

🩸Bene, care compagne d’armi, Putin ha fatto gli auguri alle donne russe per l’8 marzo.
“Difenderò la mia patria con la lingua, con la penna e con la spada, finché avrò vita”, il presidente lo ha fatto citando l’imperatrice Caterina II.

Chi siamo noi per disobbedire alle istruzioni dello stesso Vladimir Vladimirovich? Difendiamo la nostra Patria dal nostro presidente-dittatore e dal suo finto governo illegittimo. Non importa se sei qui o altrove, c’è ancora molto che puoi fare.

Proteggiamo il nostro Paese dall’isolamento, dalla povertà, dalla devastazione e dalla violenza – è proprio questo che la guerra di conquista porta nelle nostre vite.

Continuiamo a scrivere testi, affiggere volantini, andare alle azioni, organizzarci: tutto questo lo sappiamo fare, siamo abituate a resistere alla violenza di genere, e ora dobbiamo indirizzare le nostre capacità di resistenza alla violenza di stato (tutti i tipi di violenza sono collegata, è un circolo).

Vogliamo proteggere il nostro futuro.

La guerra è sempre un passo indietro per i diritti umani e, per le donne, la guerra comporta anche ulteriori rischi di violenza sessuale. Lo stupro in guerra è una delle strategie aggressive e di appropriazione.

Dicendo “no” alla guerra, diciamo “sì” a:

uguaglianza
pratiche di solidarietà e di mutua assistenza
buon vicinato
rispetto
identità diverse dalla nostra

Il nostro paese è governato da uomini che hanno perennemente usurpato il potere. Non ce la faranno. È tempo di seguire le raccomandazioni del nostro presidente e proteggere la Russia dal presidente stesso.

Partecipa all’azione oggi!

L’ironia è amara e pesa, sulle azioni, la repressione sempre più cruenta che nei giorni scorsi ha portato nella chat testimonianze di donne picchiate e torturate dalla polizia per aver manifestato il loro dissenso. Nella chat si moltiplicano proposte di forme di manifestazione flash, che lascino però tracce visibili del loro passaggio e, anche rispetto ai giorni scorsi, arrivano nuove istruzioni che rendono l’idea del clima che si respira:

[07/03/22 20:36]

Per non rischiare usando la parola “contro la guerra” (la parola “guerra” è ormai bandita, come sappiamo, insieme allo slogan “no war”), puoi cambiare il nostro hashtag così #FeministPeacefulResistance, noi lo faremo e cercheremo i vostri post anche così. Ma è meglio agire in modo anonimo e inviarci le tue foto e i tuoi testi al bot. Abbiamo urgentemente bisogno di prendere possesso dei formati dell’attivismo anonimo ora.

La discussione continua nel gruppo privato!
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