Con la partita a Wimbledon Matteo Berrettini ha regalato un sogno a milioni di italiani ma ha, ancora di più, dato a tutti una lezione su come si “perde” nello sport. Ha infatti accettato con il sorriso la sua sconfitta contro Novak Djokovic il più grande tennista al mondo, umilmente e con la consapevolezza di aver comunque vinto: lui era su quel campo, a soli 25 anni, a gareggiare con un mito.

Il suo sorriso, il suo talento e la sua umiltà stridono nettamente con la pessima figura che invece ha fatto l’Inghilterra, impegnata nella finale del campionato europeo di calcio, togliendosi dal collo la medaglia dei secondi classificati: un gesto poco sportivo e poco umano, come ha spiegato benissimo lo scrittore Matteo Bussola in un post su Facebook:

“A volte capita che ti impegni con tutto te stesso ma non basta, non è sufficiente. Però, se ti sarai impegnato con tutto te stesso, in caso di sconfitta non avrai comunque nulla da rimproverarti. Perché avrai scoperto, attraverso quella sconfitta, nuove cose sui tuoi limiti e sulle tue possibilità. E, se sarai furbo, saprai trasformare la tua delusione in benzina per le future opportunità”, scrive.

“Questo è ciò che ci ha insegnato il sorriso di Berrettini ieri, nel tardo pomeriggio, dopo avere appena perso la finale del torneo tennistico più importante del mondo, ma con la serenità di chi sa che su quella sconfitta, e su ciò che gli ha insegnato, potrà edificare il proprio futuro. Incassando pure i complimenti del tennista numero uno al mondo, uno dei più forti di tutti i tempi”, spiega nel lungo post Bussola.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!