Provi rabbia e ansia se senti persone mangiare o bere? La scienza spiega perché
Alcune persone soffrono di misofonia, un disturbo che rende insopportabile il suono prodotto da chi mangia, beve o respira. Uno studio spiega perché ciò avviene.
Alcune persone soffrono di misofonia, un disturbo che rende insopportabile il suono prodotto da chi mangia, beve o respira. Uno studio spiega perché ciò avviene.
Sentire persone mangiare o bere ti fa provare rabbia e ansia? Potresti soffrire di misofonia.
La misofonia è un disturbo caratterizzato da forti emozioni negative provate in risposta a determinati suoni quotidiani, come quelli generati da altre persone che mangiano, bevono o respirano. Le reazioni di un malato di misofonia a questo tipo di suoni includono rabbia, irritazione, disgusto, ansia e, in alcuni casi, rabbia violenta accompagnata da un forte bisogno di fuggire dalla situazione.
Si tratta, chiaramente, di un disturbo molto grave che può compromettere notevolmente la qualità della vita. Poiché i suoni che scatenano questa risposta emotiva sono comuni e praticamente inevitabili, la misofonia può portare all’isolamento sociale e, nei casi più gravi, al suicidio.
Uno studio ha ipotizzato che, dal momento che la maggior parte dei suoni che attivano queste emozioni sono generati da movimenti orofacciali, il sistema dei neuroni specchio possa essere correlato al disturbo della misofonia. I neuroni specchio sono un insieme di neuroni collocati nella corteccia motoria dei primati e degli esseri umani che si attivano non solo quando una persona compie un’azione particolare, ma anche quando questa vede un altro individuo compiere la stessa azione.
I risultati dello studio hanno evidenziato che chi soffre di misofonia presenta una elevata ed eccessiva capacità di rispecchiare l’azione altrui (iper-specchio). Questa tendenza sarebbe quindi il fattore scatenante delle sensazioni negative.
I dati forniti dallo studio hanno presentato una prospettiva alternativa e molto interessante sulla misofonia. Questa nuova prospettiva enfatizza l’azione della persona che scatena l’emozione negativa piuttosto che i suoni in sé, che sono un semplice sottoprodotto di quell’azione. I suoni, da questo nuovo punto di vista, sono solo un “mezzo” attraverso il quale l’azione della persona scatenante si riflette sull’ascoltatore.
Questo cambiamento di prospettiva ha conseguenze importanti sulla messa a punto delle giuste terapie e sui metodi di trattamento per la misofonia. Suggerisce infatti che, invece di concentrarsi sui suoni, come fanno molte terapie esistenti, le terapie efficaci dovrebbero focalizzarsi sulla rappresentazione cerebrale del movimento.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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