Il "ragazzo sconosciuto" morto a 15 anni 60 anni fa ha finalmente un nome

È morto il 27 marzo 1961, ma solo oggi, grazie a nuove tecniche nell'analisi del DNA, si è potuto scoprire il suo nome e regalare una lapide alla sua famiglia. È la storia di Daniel, rimasto ucciso in un incidente e per 60 anni chiamato "Unknown boy".

Ci sono voluti 60 anni per dare un nome ad “Unknwon boy”; così recita infatti la tomba dedicata alla sua memoria nella contea di Bibb, Alabama, dove, il 27 marzo del 1961, il ragazzo è morto annegato nel fiume Cahaba.

Era un autostoppista, e l’auto su cui viaggiava si è schiantata contro la ringhiera di un ponte finendo nell’acqua; il conducente è rimasto illeso, ma ha saputo fornire poche informazioni sul suo passeggero, troppo poche perché venisse identificato. Occhi azzurri, pelle olivastra, un pacchetto di Pall Mall, un Timex al polso e una medaglia dell’Immacolata Concezione al collo, forse viaggiava verso la California facendo l’autostop. Nient’altro.

Così, il nome di quella vittima sfortunata è rimasto ignoto per oltre mezzo secolo, fino a quando i nuovi progressi compiuti nell’analisi del DNA hanno permesso di conoscerlo.

Daniel Paul Armantrout, così si chiamava il quindicenne rimasto ucciso in quel fatale incidente, cui i residenti della contea hanno dedicato quella lapide, così toccante, su cui campeggiano le parole “Sconosciuto in vita ma riconosciuto in morte”.

Alla soluzione del mistero si è giunti grazie al lavoro degli investigatori di Identifinders International, una società che utilizza la genealogia forense, in cui i campioni di DNA vengono analizzati attraverso database genealogici per individuare le corrispondenze, per aiutare a risolvere i cosiddetti “cold case“, ovvero i casi datati che non hanno mai trovato una risposta. Il materiale genetico del ragazzo è stato esaminato attraverso un sito web di genealogia chiamato GEDmatch, lo stesso usato nel caso del Golden State Killer , che ha ucciso 13 persone e violentato dozzine di donne negli anni ’70 e ’80.

Nel 2016, il Center for Missing and Exploited Children ha aiutato le autorità locali a riesumare il corpo del ragazzo non identificato, proprio allo scopo di capire se le moderne tecnologie avrebbero potuto contribuire a fornire l’identità dello sconosciuto; i ricercatori hanno costruito un profilo del DNA mitocondriale e lo hanno caricato nel Combined DNA Index System , un database nazionale gestito dall’FBI, ma non sono state rilevate corrispondenze con le persone scomparse, quindi il caso è stato nuovamente lasciato in sospeso, e solo all’inizio del 2021 la dottoressa Colleen Fitzpatrick, fondatrice e presidente di Identifinders International , ha contattato il signor West per proporgli di tornare sulla vicenda, sfruttando le già citate tecniche che nel 2016 non erano ancora disponibili.

Nel tempo però nessuno, nella contea, ha mai smesso di pensare a quello sfortunato adolescente, alla famiglia che sicuramente lo avrà cercato, e ha cercato di restituirgli un’identità per tutti questi anni.

Aver risolto questo caso significa tutto per questa città – ha detto CW West, il medico legale eletto della contea di Bibb – Ho vissuto a un paio di miglia dal cimitero in cui è stato sepolto Danny. Ci sono sempre passato davanti. Praticamente tutti qui sapevano di questo caso.

West ha potuto comunicare la notizia a Don Hamilton, il fratello maggiore di Danny, che oggi ha 77 anni e vive a Seminole, in Florida. L’uomo ha raccontato che Danny e David, un altro fratello, sono cresciuti in una famiglia caratterizzata da abusi, e che entrambi sono scappati; il loro patrigno era solito frustrarli sulla schiena nuda e bruciare loro le dita con dei fiammiferi, oppure li lasciava senza cibo.

Don è riuscito ad avere una vita nonostante tutto normale, si è sposato e ha avuto dei figli, ma non ha mai smesso di pensare ai due fratelli scomparsi, soprattutto a Daniel, minato nel fisico perché malato di poliomielite.

L’ultima volta che Don ha visto Danny è stato durante una licenza dal servizio militare nelle vacanze di Natale nel 1960, poco prima che il fratello più giovane scappasse. Daniel non ha fatto parola dei suoi progetti di fuga col fratello, ma in cuor suo Don non credeva che il ragazzo avrebbe potuto sopportare ancora i tremendi abusi familiari.

Adesso per Daniel la città ha in previsione una nuova lapide, stavolta con il suo nome inciso sopra, e il cognome del padre biologico, Armantrout. Don Hamilton ha spiegato, commosso, che è troppo tardi per lui per disfarsi di quel cognome, quello del padre violento, ma è giusto che suo fratello vi sfugga, almeno nella morte.

Sono triste perché non riuscirò mai a vedere mio fratello vivo – ha detto – Ma il mio cuore si sente bene, potrò benedire la sua tomba.

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