Rasa i capelli alla figlia perché non vuole il velo: madre condannata a 8 mesi
I genitori sostengono che non ci sia niente di vero e che la figlia sia stata rasata a zero solo perché aveva i pidocchi: la piccola, però, rimane in comunità.
I genitori sostengono che non ci sia niente di vero e che la figlia sia stata rasata a zero solo perché aveva i pidocchi: la piccola, però, rimane in comunità.
È una storia che ha dell’incredibile quella che viene da Bologna e che vede protagonista una ragazzina di 14 anni a cui la madre ha rasato a zero i capelli perché si era rifiutata di indossare il velo islamico. Una punizione che non è passata inosservata al punto che, una volta arrivata a scuola e notata da compagni e insegnanti, la ragazzina ha raccontato tutto, facendo scattare una denuncia da parte della preside dell’istituto. Era il 30 marzo quando la quattordicenne si confidava con le sue maestre a cui riferiva che la madre le aveva rasato i capelli perché non aveva voluto indossare il velo islamico, come scrive l’agenzia di stampa Ansa.it.
A quel punto la preside ha presentato denuncia ai carabinieri i quali, constata la veridicità del racconto, l’hanno subito messa in comunità nonostante i genitori, in questi mesi, si siano difesi sostenendo che non ci fosse niente di vero e che la figlia fosse stata rasata a zero solo perché aveva i pidocchi. Un racconto a cui, evidentemente, i giudici non hanno creduto visto che il Gup del Tribunale di Bologna ha condannato la madre a 8 mesi di reclusione per violenza privata con sospensione della pena. Assolto, con formula piena, il padre che invece non era presente nel momento in cui sono stati tagliati i capelli della figlia.
In realtà il pubblico ministero aveva chiesto una pena più dura: 1 anno e 3 mesi di carcere per entrambi i genitori con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La coppia, originaria del Bangladesh, è stata difesa dagli avvocati Roberto Godi e Alessandro Veronesi mentre il Comune di Bologna, rappresentato dall’avvocatessa Donatella Ianelli, si è costituito parte civile a tutela della minore che, nonostante le richieste dei genitori, continua a vivere in comunità. “Faremo un’istanza al Tribunale dei Minori per chiedere che la ragazza torni a casa” ha dichiarato l’avvocato della famiglia.
Giornalista e Videoreporter, nato e cresciuto a Catania. Attratto dal mondo del giornalismo fin dalla nascita, ha trasformato la sua più grande passione in un lavoro: racconta storie senza filtri, senza pregiudizi. Da buon sicilian...
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