Re Carlo ha subito bullismo a scuola: la rivelazione in un documentario

Da ragazzo il sovrano inglese ha frequentato la scuola scozzese di Gordonstoun: i compagni di scuola, consapevoli che sarebbe diventato Re, lo guadavano con occhi diversi e lo hanno picchiato più volte.

Essere erede al trono permette certamente di avere tanti privilegi, ma allo stesso tempo può portare a essere guardati dai coetanei con occhi diversi. É quello che sarebbe successo a Re Carlo III, da poco succeduto alla mamma, Elisabetta II, che si è ritrovato a subire bullismo da parte di alcuni compagni di scuola.

La rivelazione inaspettata emerge grazie al documentario Tv Charles: Our New King (Carlo, il nostro nuovo re), trasmesso dall’emittente Itv. Questa è stata l’occasione per ascoltare la testimonianza di John Stonborough, coetaneo del sovrano e suo compagno di scuola presso l’istituto scozzese di Gordonstoun, lo stesso in cui aveva studiato il papà, il principe Filippo.

Il primogenito della Regina Elisabetta era arrivato a 13 anni nell’istituto, dove fino a quel momento gli allievi non dovevano sottostare a regole particolari. Tutto è però inevitabilmente cambiato con la sua presenza: “Il preside fece l’errore di dirci di trattarlo come chiunque altro – ha spiegato Stonborough -. Ma non era uno di noi. Era accompagnato da un detective privato. E un giorno sarebbe diventato re!”.

Quegli anni sono stati così l’inizio di un periodo durissimo per il futuro Re Carlo III, che si è ritrovato a essere vittima di numerosi scherzi da parte di quelli che avrebbero dovuto essere suoi amici. Il gruppo non esitava a picchiarlo, anzi c’era la gara tra loro a chi gli faceva più male. “I bulli lo terrorizzavano. Approfittavano delle partite di rugby per aggredirlo, prenderlo a pugni e tirargli le orecchie” – ha raccontato.

Da ragazzo, però, lui non ha mai cercato di avere alcun privilegio, né di lamentarsi dell’accaduto con gli insegnanti. L’attuale sovrano inglese, infatti, ha sempre avuto un carattere docile, che lo portava a sopportare in silenzio anche queste angherie. Per lui era fondamentale dare il meglio negli studi, era quello l’aspetto che contava di più.

Anche i compagni di scuola erano stupiti da questo atteggiamento: “Era una persona incredibilmente stoica” – sono state le parole di chi ha condiviso i banchi con lui. Nonostante un passato così difficile, lui continua a ritenere formativo quel periodo trascorso nell’istituto, dove è rimasto fino al diploma, conseguito nel 1967. “Mi ha aiutato a capire molti aspetti di me stesso”.

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