Risse? “Colpa degli shorts delle ragazzine”: le parole choc del consigliere comunale
Frase choc del consigliere comunale di Viareggio Dandolini: "Le risse? Colpa degli short indossati dalle ragazzine".
Frase choc del consigliere comunale di Viareggio Dandolini: "Le risse? Colpa degli short indossati dalle ragazzine".
Sembra essere un mix confuso di sessismo e luoghi comuni il discorso con cui, nella seduta in streaming di mercoledì pomeriggio, il consigliere comunale di Viareggio Marco Dandolini, di Fratelli d’Italia, ha cercato di spiegare la propria idea sulla ragione delle tante risse che avvengono tra gruppi di giovanissimi sulla celebre passeggiata.
La “colpa”, sostiene il politico, sarebbe da attribuire agli shorts indossati dalle ragazzine, che istigherebbero i coetanei a scontrarsi fra loro in una sorta di “lotta” tra rivali per ottenere l’attenzione di queste. Come una qualsiasi lotta per la supremazia tra lupi o cervi che si prendono a cornate, insomma.
Le ragazzine di oggi gli shorts non li portano più all’altezza dei fianchi, ma dal fondoschiena in su – le parole di Dandolini, riportate in un video anche dal Corriere – Sono tutte belle scoperte, pancia e ombelico in vista e istigano i ragazzini, le ho sentite io personalmente, ad andare a picchiare il compagno, perché magari sono state avvicinate o è stato detto loro qualcosa.
Un nesso non facilmente intuibile, quello fra l’indossare dei pantaloncini e l’istigare alla violenza; due cose che sembrano davvero poco avere a che fare l’una con l’altra, insomma, visto che la prima riguarda esclusivamente il modo in cui si sceglie di vestirsi, e la seconda un atteggiamento sbagliato e condannabile. Ma non sovrapponibili, o conseguenze logiche l’una dell’altra. Eppure, Dandolini è sicuro di poter giustificare la connessione.
Questi abbigliamenti provocano gelosie fra i ragazzi. Non sto dicendo che le ragazzine non si debbano mettere gli shorts, però le ho viste con i miei occhi e andavano anche davanti alle persone anziane che passeggiavano a far loro dei versi, a spaventarle. Dunque c’è proprio un degrado culturale da parte delle famiglie, che non seguono più i loro ragazzi.
Ancora una volta, si parla di cose che stanno su due piani completamente differenti. Da un lato la scelta di indossare degli shorts molto corti, che possono piacere o no, ma rispetto ai quali si ha la piena libertà di decidere se metterli o meno; dall’altro la critica, legittima, a comportamenti maleducati e insolenti che, tuttavia, nulla hanno a che fare col modo in cui queste ragazzine siano vestite. Il degrado culturale cui accenna Dandolini può essere imputabile al contesto familiare semmai per quanto riguarda quest’ultimo punto, non rispetto al modo in cui le ragazzine si vestono.
Anche l’attivista e nostra contributor Carlotta Vagnoli ne ha parlato nelle storie, riportando le parole di Dandolini.
Poche idee confuse, verrebbe da dire, ma un presupposto fin troppo chiaro: che il corpo delle donne, anche quelle giovanissime, sia come sempre “da reato”, pietra dello scandalo e, come dice Vagnoli, abbinato al peccato. Perché a nessuno verrebbe in mente di dire che un dodicenne che gira senza maglietta in passeggiata a Viareggio possa indurre a commettere atti di violenza solo per il fatto di aver scelto di non metterla.
Come detto, non si tratta di negare o minimizzare un eventuale problema culturale o di educazione, ma di sottolineare come il fatto di istigare degli amici alla violenza fra gruppi, o rispondere in malo modo a persone più anziane, non dipenda certo dalla scelta dei propri abiti. Anche per questo ha poco senso la chiosa di Dandolini, che rispolvera un grande classico del paternalismo più banale: “Ai miei tempi”.
Ho una figlia di trentadue anni, e vent’anni fa, quando mia figlia andava in passeggiata, la accompagnavo per vedere cosa faceva. Oggi li lasciano soli. Sono queste ragazzine che istigano i ragazzi a picchiarsi.
Ancora una volta, il presunto “abbandono” dei genitori che lasciano i figli adolescenti liberi di incontrarsi con gli amici nel centro città – che scandalo – non ha nulla a che fare con il fatto che qualcuno decida di indossare degli shorts, delle gonne o delle canottiere. Probabilmente il consigliere ha fatto un po’ di confusione su quello che può essere un problema sociale – la grande quantità di risse fra giovanissimi che sicuramente denotano un degrado preoccupante e su cui si deve intervenire – con quelli che sono i suoi gusti in fatto di abbigliamento.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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