Chi sono i "rodent men", gli "uomini ratto" nuove icone di bellezza (e la questione bodyshaming)
Da Ghali a Thimotée Chalamet, i rodent men sono giudicati nuove icone di bellezza, ma anche vittime di bodyshaming.
Da Ghali a Thimotée Chalamet, i rodent men sono giudicati nuove icone di bellezza, ma anche vittime di bodyshaming.
Ghali, Timothée Chalamet, Adam Driver, Jeremy Allen White sono tutti rappresentanti dei “rodent men“, gli “uomini ratto” che, per social ed esperti del settore beauty, sarebbero le nuove icone di bellezza maschili.
Il termine si era già diffuso nel 2023, grazie anche a un articolo del New York Times, ma è tornato in trend dopo che anche la super model Emily Ratajkowski ne ha parlato in un video TikTok. poi inspiegabilmente rimosso.
“Volevo parlare della mancanza di uomini di qualità nel mondo – ha esordito Ratajkowski, tornata single dopo il divorzio da Sebastian Bear-McClard – Sono single e penso: ‘Uscirò con qualcuno, andrò a quell’appuntamento ca**o’. […] Capisco perché tutte le belle ragazze vanno verso uomini che assomigliano a topi e ratti. Perché come faccio a trovare qualcuno che sia, scusate, più alto di un metro e ottanta? Mi dispiace, tipo divertente, intelligente, gentile? La gentilezza dovrebbe essere al primo posto. La gentilezza è la cosa più importante. È davvero difficile, ca*zo. Insomma, uomini, dove siete finiti?”.
Gli uomini ratto hanno, ovviamente, caratteristiche fisiche ben definite, ovvero naso e orecchie pronunciate, corpi magri, alti, lineamenti piuttosto spigolosi e bocca a forma di cuore. Insomma, una bellezza che si potrebbe definire non convenzionale che sarebbe associata anche a caratteristiche caratteriali (ma qui, naturalmente, il discorso sembra piuttosto superficiale e il condizionale è d’obbligo, vista l’impossibilità di stabilire con esattezza un nesso tra le due cose): gli uomini ratto sarebbero capaci di far sentire le donne al sicuro, sarebbero sensibili e interessanti e, in generale, dotati di forte personalità, cosa che contribuirebbe a renderli così affascinanti agli occhi femminili.
Lontanissimi dal machismo e dall’idea di mascolinità tossica che a lungo ha condizionato gli standard occidentali di attrattiva maschile, quindi, sui rodent men si è però scatenato anche un dibattito di altro tipo, che ha a che fare col bodyshaming: secondo qualcuno, infatti, giudicare in questo modo gli uomini sarebbe un chiaro esempio di giudizio estetico non richiesto e, soprattutto, a dispetto della volontà positiva alla base, di offensivo. A sottolinearlo, ad esempio, la community di Thats Fab, in un post pubblicato su Instagram.
[…] viene da chiedersi cosa sarebbe successo se la stessa frase fosse stata detta da uomo. Ma soprattutto se avessero etichettato i lineamenti fisici di una donna appellandola come ‘donna ratto’ o ‘donna maiale’. Il tatto, l’empatia, la sensibilità e il rispetto che chiediamo verso le donne, dovrebbero essere riposti anche nei confronti degli uomini.
Considerazione che sembra aver trovato l’appoggio di molte utenti, che hanno scritto “Noi siamo le prime a essere vittime di bodyshaming ed è ora di metterci un punto. Anche quando si tratta di uomini. Le persone non dovrebbero sentirsi giudicate in questo modo” e “Critichiamo le persone per ogni singola cosa. È il momento di dire basta, questo trand è malsano”.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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