Rula Jebreal a Verissimo: "Grazie a mia madre combatto per le donne come lei"

La giornalista, ospite di Silvia Toffanin su Canale 5, ha raccontato la storia di Zakia, morta suicida a causa degli abusi. E si è soffermata sulla condizione delle donne e dei bambini nella guerra tra Russia e Ucraina.

Rula Jebreal è una giornalista italo-israeliana che, nel corso della sua carriera, si è sempre battuta per i diritti delle donne e dei più deboli, in particolare nelle zone di guerra. Il 12 marzo è stata ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, dove ha ripercorso la storia di sua madre Zakia, morta suicida a causa degli abusi che subiva, quando lei aveva soltanto cinque anni.

La giornalista ha raccontato di come una storia così drammatica l’abbia spronata, una volta cresciuta, a combattere e attivarsi per la difesa di tutte le altre donne vittime di violenze, maltrattamenti e molestie:

“La storia di mia madre mi ha lasciato il desiderio di combattere per le donne come lei, che non hanno avuto un riscatto nella vita. Soprattutto creando una coalizione di donne che si aiutano a vicenda. La storia di mia madre non è finita con la sua morte, ha continuato a vivere dentro di me, nelle sue amiche. Tante di loro hanno continuato a lavorare per altre donne. Una di loro è la donna che mi ha allevato, la donna che ha costruito un orfanotrofio, ha allevato 3000 bambine nell’arco della sua vita e io ero una di quelle. Ha investito nella prossima generazione, costruendo cittadine, mentre altrove costruivano armi”.

Dopo la morte della madre, infatti, Rula Jebreal è cresciuta in un orfanotrofio: il padre, Othman, era malato di leucemia, e ha preferito pagare per l’istruzione delle sue figlie (la giornalista ha una sorella, Rania) piuttosto che per le cure. Perciò la donna che si è presa cura di lei, la stessa che ha fondato l’orfanotrofio, è diventata per la giornalista come una seconda mamma.

Parlando di violenza sulle donne, nel corso dell’intervista Jebreal ha toccato un argomento di strettissima attualità: il conflitto tra Russia e Ucraina. In particolare, la giornalista si è soffermata sulla condizione delle donne e dei bambini, costretti a lasciare le proprie case e a scappare dalla propria patria per sfuggire alla follia dell’invasione di Vladimir Putin:

“Penso alle donne in Ucraina che stanno partorendo sotto alle bombe. In questo momento, nella nostra bellissima Europa, i bambini sono costretti a vivere nei rifugi, nella paura che i loro padri possano non tornare mai. Anche le loro mamme sono andate al fronte a combattere un tiranno, un dittatore che vuole distruggere la democrazia in Europa. In questa guerra alla democrazia, alla libertà, non si può rimanere neutrali. La democrazia fa la differenza tra la vita e la morte. Sotto un tiranno, sotto un dittatore, lo stupro del corpo della donna, ma anche della tua identità, dignità, speranza e felicità futura diventa la normalità”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!