Hanno un’età compresa tra i 7 e gli 11 anni, e sono finiti dietro le sbarre per aver portato dei fiori di fronte all’ambasciata ucraina a Mosca. È quanto accaduto nella giornata del 2 marzo in Russia, dove cinque bambini sono stati arrestati, insieme a due delle loro madri che li accompagnavano. Reggevano cartelli, scritti con i pennarelli, su cui compare la scritta “No alla guerra“: questa è la loro unica colpa.

A riportare il fatto è stata la Novaya Gazeta, il principale organo di stampa russo apertamente schierato contro il regime di Vladimir Putin. E in poco tempo la notizia ha fatto il giro del mondo, diventando simbolo della follia di un uomo che minaccia di radere al suolo le città ucraine, se queste non si dovessero arrendere. Anche il ministro degli esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, ha commentato l’arresto dei bimbi, con un post su Twitter:

“Putin è in guerra con i bambini. In Ucraina, dove i suoi missili hanno colpito asili e orfanotrofi, e anche in Russia. David e Sofia, di sette anni, Matvey di nove, Gosha e Liza di 11 hanno passato la notte dietro le sbarre a Mosca per i loro slogan  “No alla guerra’”. Ecco quanto è spaventato quest’uomo”.

Sono in molti a parlare dell’arresto di questi bambini, colpevoli soltanto di un gesto simbolico contro la guerra, come di una rappresentazione della Russia di Putin, capace di violare ogni diritto e di mettere a tacere chiunque provi ad opporsi:

“Nulla di strano in queste foto. Sono solo bambini fermati per un poster contro la guerra. Questa è la Russia di Putin, ragazzi. Sono sicuro che la propaganda del Cremlino ora scatenerà una guerra: “Non coinvolgete i bambini in politica! La colpa è loro! A cosa pensavano i genitori?”. Non so come questi ragazzi siano finiti alla manifestazione. Forse sono venuti da soli, magari con i genitori. Ma in effetti, a molte generazioni nel nostro Paese è stato insegnato a scuola che non c’è niente di peggiore della guerra, e il valore più importante è la pace. Ricordo benissimo come nella mia scuola disegnavamo cartelli contro la guerra per poi appenderli. Che dei bambini siano contro la guerra è dannatamente normale”.

Sono le parole di Ilya Yashin, tra i principali membri dell’opposizione russa a Putin, che ha diffuso sui social network le foto dei cinque bambini, dietro le sbarre, nel dipartimento di polizia di Presnenskoe. I piccoli sono stati rilasciati alcune ore dopo. Ma ai genitori sono stati sequestrati i cellulari e, stando a quanto riportato su Facebook dalla ricercatrice russa Aleksandra Arkhipova, sono stati minacciati di venire privati della potestà genitoriale.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!