Mentre le principali città ucraine continuano a essere prese di mira dagli attacchi russi, la vita continua a fare il suo corso: i bambini continuano a nascere, non più al sicuro degli ospedali ma in rifugi improvvisati o in nascondigli di fortuna, come accaduto alla piccola Mia, venuta alla luce proprio poche ore dopo lo scoppio del conflitto.

Anche nella città costiera di Mariupol le gestanti sono state spostate dalle stanze dell’ospedale al seminterrato, trasformatosi in reparto maternità per consentire la nascita dei bambini, e in asilo nido per accogliere i bimbi più grandi.

Lo stesso accade a Kharkiv, finora una delle città più martoriate dai bombardamenti, dove un reparto maternità è stato trasferito in un rifugio antiaereo, con le madri che cullano i neonati tra materassi ammucchiati contro le finestre per proteggersi.

L’ospedale di Mariupol, città considerata un obiettivo chiave per le forze russe dato il suo valore economico e la sua posizione – che aiuterebbe la Russia a stabilire un corridoio terrestre tra la penisola di Crimea e la terraferma – sta peraltro ospitando le vittime dei bombardamenti, soldati inclusi. Il sindaco della città, Vadym Boichenko, ha detto alla tv ucraina. “Da cinque giorni i quartieri residenziali vengono bombardati con artiglieria, razzi e forze aeree. Abbiamo infrastrutture civili danneggiate: scuole, case. Ci sono molti feriti. Ci sono donne e bambini uccisi”.

A Kharkiv almeno sei persone sono rimaste uccise dopo il crollo dell’edificio amministrativo della regione in Piazza della Libertà, presumibilmente colpito da un missile; l’attacco alla piazza più grande dell’Ucraina, il vero e proprio nucleo della vita pubblica della città, è stato letto da molti ucraini come una prova del fatto che l’invasione russa non riguardi solo gli obiettivi militari, ma che nasconda la volontà chiara di eliminare lo spirito dell’Ucraina.

È intanto avvolto nel mistero il numero preciso delle vittime: l’esercito ucraino non ha reso note le perdite, mentreun alto funzionario dell’intelligence ha stimato in circa 5000 il numero di soldati russi catturati o uccisi. Non chiaro, ma purtroppo in ogni caso alto, il numero delle vittime civili finora: ieri le autorità di Kiev parlavano di 352  morti, tra cui 14 bambini, mentre l’ONU ha parlato di 102  morti, tra cui 7 bambini.

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